ATAC? Nessuna sicurezza! Cause ed effetti

Domenica sera, 6 maggio 2018, tornando a casa dal turno di lavoro, una ragazza è stata aggredita con insulti, sputi e con un lancio di un bastone da un uomo per il semplice fatto di avere addosso la divisa dell’ATAC.

Oggi, 8 maggio 2018, l’ennesimo autobus dell’ATAC prende fuoco, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e dell’autista.

Da una parte, l’aggressione a freddo ai danni di una dipendente ATAC, militante COBAS e sempre particolarmente attenta ai diritti degli utenti, fuori servizio e lontano dal proprio posto di lavoro, la quale subisce la violenza gratuità e ingiustificata da parte di un utente del servizio pubblico (evidentemente fuori di zucca) a causa della sola “colpa” di indossare la divisa della società, oramai identificata come la principale responsabile di tutti i mali di Roma. Dall’altra, un autobus che all’improvviso prende fuoco per autocombustione, secondo le cronache il decimo dall’inizio dell’anno, che mette a nudo la fragilità e obsolescenza della flotta della società di trasporto pubblico romano, per lo più ferma in deposito per mancanza di pezzi di ricambio e assenza di manutenzione, quasi a voler rimarcare che sarà impossibile qualsiasi opera di recupero di una società che è già martoriata dal totale dissesto finanziario.

Due storie solo apparentemente diverse, in quanto entrambe rappresentano l’effetto di un’unica causa comune: la mala gestione di ATAC con la sua storia oramai decennale, per la quale vi è un rifiuto collettivo ad individuare le vere responsabilità. Il cittadino, spesso fomentato da mass media irresponsabili, accusa e aggredisce il dipendente. La “politica” e i potentati economici, sempre pronti alla speculazione finanziaria, aggrediscono furbamente il carattere pubblico della gestione di ATAC, pur consapevoli che gli operatori privati da sempre offrono un servizio peggiore.

Eppure, la storia recente di Atac è costellata di scandali e indagini della magistratura per la falsa bigliettazione, gli appalti sulla manutenzione, la gestione delle mense, le assunzioni, etc. che hanno disvelato tutti i protagonisti della tragedia ATAC. Partiti, sindacati, dirigenti, che come degli avvoltoi hanno per anni banchettato consapevolmente sulla carcassa della Azienda, non curanti del progressivo dissesto finanziario di cui si rendevano protagonisti. Tanto, alla bisogna, vi erano già pronti i capri espiatori, dipendenti e gestione pubblica del servizio, da dare in pasto all’opinione pubblica. Ecco quindi i tagli economici e l’aumento dell’orario di lavoro per autisti e personale operativo, già fortemente esausto per i pesanti carichi di lavoro, e la “bacchetta magica” della privatizzazione.

E, mentre Procura e vertice ATAC annunciano l’ennesima indagine, i problemi del TPL romano rimangono irrisolti. Nessuno spiega perché percentuali significative del parco auto continuano ad essere ferme nei depositi e privi di manutenzione; perché i preposti possano impunemente invitare gli autisti a circolare con mezzi malfunzionanti, nella consapevolezza di mettere a rischio l’incolumità pubblica; perché si effettuano tagli alla sicurezza delle stazioni, lasciando il personale alla mercè di eventuali aggressioni, e non si effettua la necessaria attività ordinaria e manutentiva sulla rete metropolitana, mettendo a rischio la salute e sicurezza dei cittadini e del personale; perché si continua a sperperare denaro pubblico, elargendo un numero spropositato di permessi sindacali; perché non si effettua il recupero economico dei danni procurati degli scandali detti sopra.

Il dissesto organizzativo e finanziario di ATAC lo devono pagare coloro che lo hanno procurato e non i cittadini e i lavoratori!!

Roma, 8 maggio 2018

COBAS ATAC