Call Center : TELEPERFORMANCE VERSO UNA NUOVA SVENDITA ?

tp_ariete-300x237La vertenza Teleperformance di queste settimane, segue quella ormai infinita di People Care di Livorno, quella passa di Infocontact al Sud, quella di Almaviva lo scorso anno. Una concorrenza spietata tra Competitors. Le vittime sul campo sono i lavoratori e le lavoratrici.

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Teleperformance: ancora una volta “testa d’ariete” contro i lavoratori!

 Nel non lontano gennaio 2013 con un accordo aziendale, Teleperformance e CGIL-CISL-UIL-UGL si resero protagonisti del più devastante attacco al salario e ai diritti dei lavoratori sino a quel momento subito nel settore dei call center: vennero abbassati i livelli inquadramentali, bloccati gli scatti di anzianità, aumentata la flessibilità oraria con il “multiperiodale”, applicata la smonetizzazione delle festività coincidenti con la domenica, definito un calcolo del TFR su 20 ore settimanali, indipendentemente dalle ore contrattuali. L’accordo, con durata biennale e attualmente in vigore, aveva come scopo di gestire gli esuberi dichiarati; attualmente l’azienda utilizza centinaia di lavoratori interinali strutturali!

Derogando in peggio il CCNL, si diede avvio a quel fenomeno del ‘dumping’, che oggi gli stessi responsabili indicano come uno dei mali maggiori del settore; tutte le aziende pretesero accordi peggiorativi che tagliavano diritti e salario per stare al passo della concorrenza, di fatto una vera reazione a catena! I RISULTATI DI QUEL NEFASTO ACCORDO E DI UNA POLITICA SINDACALE SCELLERATA SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI!

Oggi Teleperformance, non contenta del regalo ottenuto dai sindacati collaborazionisti, delle liberatorie tombali e degli sgravi contributivi ottenuti con la stabilizzazione, dei fiumi di incentivi pubblici statali e regionali, della recente decontribuzione dei contratti di solidarietà e del taglio dell’IRAP, CONTINUA A DELOCALIZZARE E A CHIEDERE SACRIFICI AI LAVORATORI.

La oramai inflazionata minaccia della societarizzazione (già utilizzata recentemente da Telecom e Almaviva), processo che sicuramente avrebbe ricadute negative sui lavoratori, viene subito accompagnata da una “proposta alternativa” che si presenta come una “testa d’ariete” contro i diritti e il salario dei lavoratori di tutto il settore dei call center: rinnovo dell’accordo capestro del 2013, non retribuzione dei primi tre giorni di malattia, aumento della flessibilità (turni spezzati per part-time e full time, definizione della turnistica ogni 2 settimane, multiperiodale modificabile con preavviso di 48 ore, obbligo di prestare lavoro straordinario anche senza preavviso), riduzione della attuale forza lavoro a tempo indeterminato (mobilità volontaria e riduzione dell’orario di lavoro), ma allo stesso tempo totale libertà di utilizzare lavoro precario!

L’intervento nella trattativa del Governo Renzi, governo che ha dimostrato con i propri interventi legislativi di stare dalla parte dei padroni (abolizione dell’art.18 e del Contratto a tempo indeterminato, controllo a distanza del lavoratore ai fini disciplinari, libertà di demansionamento, ecc.), non ci fa presagire niente di buono per i diritti e il salario dei lavoratori dei call center.

Un intervento oltretutto, chiesto “cortesemente” da più di un anno da CGIL-CISL-UIL-UGL, che hanno oramai da decenni rinunciato a percorrere la strada del conflitto, l’unica che possa determinare rapporti di forza favorevoli e utili alla riconquista di diritti e salario per tutti i lavoratori del settore!

È ORA DI DIRE BASTA AI RICATTI! È ORA DI DARE BATTAGLIA!
È INDISPENSABILE UN GRANDE SCIOPERO DEI LAVORATORI DEI CALL CENTER!

DOBBIAMO BLOCCARE, ANCHE AD OLTRANZA, TUTTI I SERVIZI DI ASSISTENZA ALLA CLIENTELA/UTENZA!

LE FORZE SINDACALI CHE NON LAVORANO PER UNA GRANDE MOBILITAZIONE UNITARIA DEI LAVORATORI O SONO INETTE O SONO COMPLICI!

1 Luglio 2015

COBAS Telecom, COBAS Comdata, COBAS Comdata EoS, COBAS H3G, COBAS Vodafone, COBAS Almaviva C.

www.cobastlc.org

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