Cobas – Annullata la sanzione disciplinare ad un autista reo di una sosta per necessità fisiologiche

“…E’ da ritenere che di tale elemento costitutivo della contestazione disciplinare (la volontarietà del ritardo), la convenuta (l’azienda) non abbia dato dimostrazione avendolo essa sostanzialmente tratto dalla circostanza che gli altri conducenti in servizio quel giorno sulla linea 12 hanno operato in orario.

Tuttavia, tale circostanza non può escludere che, con riferimento al servizio svolto dal lavoratore, possano essersi verificati problematicità e criticità che possano aver determinato un ritardo, non necessariamente da qualificare come “volontario”; del resto, nel diario di bordo risulta che il ricorrente sia stato autorizzato a fare una sosta per necessità fisiologiche, che evidentemente hanno provocato un ritardo non imputabile a volontarietà del dipendente…”

Con questa motivazione il Tribunale di Firenze ha annullato la sanzione disciplinare comminata dall’azienda ad un autista reo, secondo lei, di accumulare volutamente ritardo durante il servizio.

E’ chiaro che questa sentenza apre uno scenario importante in azienda; troppe sono state in questi anni, e purtroppo troppe continuano ad essere queste pretestuose sanzioni, che hanno solo lo scopo di provare ad intimorire chi cerca, alla faccia dei tempi di percorrenza spesso fuori da ogni logica (vorremmo ricordare l’esposto/denuncia fatto su questo argomento dalla nostra O.S.), di guidare nel rispetto delle regole e della sicurezza sua e di chi trasporta.

La strategia aziendale è purtroppo nota: comminare multe di qualche ora, che pesano sull’economia della busta paga di un lavoratore, ma che sono il più delle volte difficili da impugnare in tribunale, visto l’entità della sanzione (le spese superano la cifra recuperabile). 

Alla luce di tale sentenza pensiamo sia utile agire per porre fine a questa “prassi aziendale”, invitando tutti i lavoratori che hanno subito tale torto ad effettuare ricorso al fine di riottenere le proprie spettanze indebitamente sottratte dall’azienda, magari promuovendo una causa collettiva. 

Cogliamo l’occasione per ringraziare l’avvocato Letizia Martini e il nostro studio legale per il supporto dato, e il lavoratore promotore della causa per la costanza e la caparbietà con cui ha combattuto e si è opposto a questa ingiustizia.

Cobas ATAF