Cobas Poste – Salute e sicurezza: RM 90 un esempio emblematico

Titolammo così a novembre del 2020 su un nostro volantino dopo l’intervento dell’Asl nell’UP Rm 90 da noi chiamata per risolvere gli annosi problemi inerenti la salute e la sicurezza.

 Tutto ciò dopo aver chiesto all’azienda (Filiale RM est), come O.S. Cobas Poste, un sopralluogo per verificare le condizioni di salute e sicurezza dopo le diverse richieste di intervento dei lavoratori, sopralluogo che ci venne negato, forse perchè memori di un’iniziativa analoga (UP Rm 84) dove l’azienda, dopo la nostra denuncia all’ASL,  si è vista costretta a ristrutturare l’intero ufficio che ora vanta una più che ottimale condizione di  tutela della  salute e sicurezza dei lavoratori ed un ambiente di lavoro giustamente confortevole, ed anche perché gli altri sindacati interpellati dai lavoratori non hanno mai voluto affrontare in termini concreti la pessima situazione dell’Up in questione.

 A nulla è valso anche aver elencato all’azienda, con nota scritta del 28 settembre2020, nel dettaglio tutte le criticità che mettevano in pericolo la salute degli operatori di sportello, tra le altre addirittura una postazione di lavoro che ostruiva l’uscita di emergenza ed un blocco sul maniglione antipanico. Abbiamo atteso una risposta dell’azienda per più di un mese; quest’ultima, anzi, nella sua arroganza, non solo non si è curata assolutamente della salute dei suoi lavoratori, ma addirittura ha trovato nella figura dei suoi responsabili, solo il tempo di andare nell’Up, con fare inquisitorio, al solo scopo di identificare chi erano i lavoratori che si erano rivolti al nostro sindacato.

Tutto ciò con l’entrata in campo, in contemporanea, dei rappresentanti sindacali concertativi che non hanno saputo fare altro che prospettare ai lavoratori che la loro iniziativa li avrebbe portati solo alla chiusura dell’ufficio e alla “deportazione” degli stessi a Colleferro, (l’ufficio più lontano della filiale Roma est) e che invece l’unica soluzione era quella di attendere l’azienda ed i suoi tempi, con la loro “supervisione”,  nonostante la situazione era in questo stato disastroso ormai da numerosi anni.

A questo punto, dopo aver concesso più del tempo tollerabile all’azienda, abbiamo chiamato l’Asl che il 26 novembre è venuta per l’ispezione chiedendo e pretendendo chiaramente la nostra presenza, cosa questa che avevamo preannunciato all’azienda al momento del diniego al nostro sopralluogo.

Nella visita ispettiva l’Asl ha trovato moltissime mancanze relative alla tutela della salute, anche le più semplici e basilari, dalle postazioni di lavoro, alle sedie, alla sporcizia, all’illuminazione, alle sanificazioni dei fan coil, alla mancanza di un percorso e dei piani di evacuazione, alle infiltrazioni di acqua dal soffitto  ecc. ecc., ed ha intimato all’azienda di procedere ad una ristrutturazione che tenesse conto di tutte le criticità da noi sollevate, riscontrate e certificate dalla ispettrice dell’ASL.

 Ristrutturazione che è terminata lunedì 14 giugno 2021 dopo ben 3 mesi di chiusura dell’ufficio.

Ora l’ufficio finalmente ha tutte le caratteristiche di vivibilità e sicurezza, sono state risolte finalmente dopo moltissimi anni tutte le problematiche e criticità che mettevano a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori. L’ufficio è anche arioso, luminosissimo, con postazioni, ambiente e spazi confortevoli, tutto ciò che necessità per poter svolgere in sicurezza e adeguatamente l’attività lavorativa, con un impianto di areazione (tra le molteplici criticità una delle più impellenti) molto potente e silenzioso, addirittura con split posizionati quasi su ogni postazione da poter comandare singolarmente ottenendo così un microclima quasi personalizzato. Queste chiaramente dovrebbero essere le condizioni di lavoro normali, non di certo i “tuguri” in cui spesso ci fanno lavorare.

Tutto questo a dimostrazione che è possibile modificare lo stato delle cose tanto più in situazioni, come queste, che mettono a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori. I ricatti, le intimidazioni, la rassegnazione, non debbono avere il sopravvento sulle giuste, non barattabili, richieste  inerenti ai diritti e alla tutela della salute che a lungo andare minano  anche il nostro futuro fuori dall’ambito lavorativo dopo decine di anni di posture sbagliate, di ambienti mal salubri, di sistemi di illuminazione non adeguati,  di condizioni pessime lavorative, in un azienda poi che si fregia di un codice etico dove al centro di tutto dovrebbe esserci il rispetto dei lavoratori.

E’ necessario che non ci facciamo intimorire che rivendichiamo con forza i nostri diritti

NOI CI SIAMO !! potete sempre contare su di noi, ma chiaramente lo dobbiamo fare insieme

Cobas Poste