Cobas Poste -Sciopero nazionale delle prestazioni straordinarie ed aggiuntive valido in tutti i settori dell’azienda

DAL 6 DICEMBRE AL 6 GENNAIO (ESCLUSO IL 17 DICEMBRE PER FRANCHIGIA PAGAMENTO IMU). Poste Italiane prosegue nel suo piano strategico di smantellamento del servizio pubblico e di attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei suoi dipendenti , da tutta Italia ormai è un susseguirsi di lamentele; poste, con metodi non proprio ortodossi, continua la sua campagna di “razionalizzazione” basata su ricatti e coercizione e questo sia che si parli di recapito che di sportelleria. I metodi adottati sono sempre  gli stessi: minacce e contestazioni disciplinari (bastone) e favori ed elargizione di straordinari ai più meritevoli (carota) in cambio dell’asservimento totale ed indiscusso. Chi lavora secondo le regole viene messo all’angolo, vengono addirittura usati gli stessi colleghi “asserviti” per perpetuare questo linciaggio anche morale. Tutto questo per portare avanti un piano fallimentare, dove non esiste più nessuna  certezza, solo quella che costi quel che costi il piano si deve affermare.

Nel recapito con la riorganizzazione a giorni alterni e il taglio di personale (esodo incentivato o meno, sempre taglio è) il disastro è conclamato, sia per i lavoratori che per gli utenti, su tutto regna un’ approssimazione senza precedenti si ricorre sempre più spesso a  tentativi tampone facendo uso di “squadre di pulitori”, spesso composte da lavoratori precari, che, ricattati e senza alcuna certezza per il futuro, dovrebbero far tabula rasa dell’immane quantitativo di corrispondenza non recapitata.

Nel bancoposta la riduzione sistematica del personale e le continue pressioni commerciali generano un sovraccarico di lavoro e ritmi snervanti che non tengono conto della delicatezza delle operazioni e della tranquillità necessaria per un normale svolgimento della mansione di sportellista. Il vano tentativo di allungare la coperta e coprire le tante e sistematiche mancanze, innesca continue richieste di distacchi e l’ormai assunto straordinario full-day, tutte componenti che hanno per conseguenza l’aumento dello stress correlato e la creazione di un clima di lavoro non più sereno.

Nei CMP ogni giorno di più aumenta l’età media dei lavoratori e le patologie di origine lavorativa di cui soffrono. Il turnover non è più garantito così come non vengono più rimpiazzati i trasferimenti, l’azienda supplisce a queste carenze ricorrendo a personale CTD e agli inidonei provenienti dal recapito che vengono tutti dirottati nei CMP. I ritmi sempre più pressanti dovuti alle nuove tipologie di lavorazione meccanizzata difficilmente vengono mitigati da una doverosa turnazione alle lavorazioni, tra quelle gravose e meno gravose, mettendo così  a rischio anche i pochi lavoratori idonei di contrarre delle patologie dovute allo stare sempre su lavorazioni pesanti.

Anche il diritto alle ferie, fino a ieri diritto irrinunciabile che attiene al riposo psicofisico del lavoratore con l’ultimissimo accordo scivola sempre più nelle mani aziendali anche questo venduto alla logica delle “esigenze di Servizio”, non più diritto, ma elargizione del buon padrone.

Mentre si erodono tutti i diritti e si incrementa la massima flessibilità si sta consumando la fine della funzione sociale dei postali. Noi contro tutto questo, per riaffermare i nostri diritti e quelli di tutti i cittadini continuiamo la nostra lotta,  su ogni direttrice con la denuncia, la mobilitazione, il coinvolgimento dell’utenza ed il ricorso importante, nonché irrinunciabile, alla lotta quotidiana con lo sciopero mensile delle prestazioni aggiuntive e dello straordinario.

Ribadiamo l’invito a tutti i lavoratori ad aderire, contro le politiche aziendali e l’abuso del precariato, per riaffermare un servizio pubblico GARANTITO uguale per tutti, TUTTI I GIORNI senza discriminazioni per l’utenza. Rendiamo evidente che senza questi strumenti di flessibilità, utilizzati oltremisura, non è possibile far fronte agli enormi carichi di lavoro ed alla ormai sempre più cronica carenza di personale  a tempo determinato. Questa vuole e deve anche essere una lotta contro il taglio occupazionale, per l’occupazione, per la stabilizzazione di tutti i precari

NON PERMETTIAMO CHE FLESSIBILITA’ E PRECARIATO DIVENTINO UNA CONDIZIONE NORMALE NEI POSTI DI LAVORO!

Cobas Poste