Cobas – Cambio appalto servizio CUP della ASL ROMA 3. Il tribunale del lavoro di Roma accoglie il ricorso dei lavoratori sancendo che il rapporto di lavoro prosegue con il nuovo appaltatore senza soluzione di continuità, ai sensi dell’art. 2112 c.c.

I fatti. Tra fine agosto 2018 e gennaio 2019 la società GPI spa (in RTI con due cooperative) subentrò nell’appalto dei servizi CUP e dei servizi amministrativi in quasi tutte le ASL della Regione Lazio, nonché in quello del servizio regionale ReCup, imponendo al personale già applicato in tali attività cospicui tagli salariali e condizioni contrattuali a dir poco vergognose. Purtroppo la Regione Lazio e le direzioni delle ASL rimasero cieche, sorde e mute di fronte alla dura protesta di lavoratrici e lavoratori, che rivendicavano semplicemente il riconoscimento della loro professionalità e il diritto a non peggiorare le condizioni economiche e contrattuali. Al fine di acquietare la protesta, anzi, la Regione Lazio deliberò un extra bonus in favore dell’RTI capitanata dalla società GPI spa, accollando sulle bilancio regionale il costo degli scatti di anzianità maturati dai lavoratori nei precedenti rapporti di lavoro e alleviando solo parzialmente il danno subito dai dipendenti.

Contro la palese illegittimità subita nel corso del cambio appalto, con estremo coraggio e determinazione, 28 lavoratrici e lavoratori dei CUP della ASL Roma 3 hanno fatto ricorso al Tribunale del lavoro di Roma, assistite dall’Avv. Carlo Guglielmi e dal pool di avvocati dello studio legale “LavoroVivo”, chiedendo al giudice del lavoro la corretta applicazione di quanto previsto dalla normativa sugli appalti ad alta intensità lavorativa e, di conseguenza, l’applicazione delle condizioni economiche e normative applicate dal precedente datore di lavoro. In data 3/03/2021, il Giudice del Lavoro di Roma, Francesca Giacomini, ha emesso il dispositivo accogliendo le ragioni dei ricorrenti e condannando le società alle spese legali, disponendo che «il rapporto di lavoro dei ricorrenti già in essere alla data del 15.1.2019, prosegue senza soluzione di continuità alle dipendenze delle società convenute, ciascuno con il proprio datore di lavoro, ai sensi dell’art. 2112 c.c.».

Ancora una volta, purtroppo, l’autorità giudiziaria è dovuta intervenire per supplire l’inadeguatezza dell’autorità politica e amministrativa. La Regione Lazio e le ASL, infatti, anziché pretendere dalle società appaltatrici il rispetto delle condizioni economiche e normative già applicate al personale operante nel medesimo appalto da numerosissimi anni, così come previsto dalle norme vigenti, hanno acconsentito che GPI & soci facessero carta straccia dei loro diritti e delle loro ragioni, cagionando, inoltre un enorme danno erariale, e stravolgendo le norme che regolano le gare pubbliche, per aver accollato alle casse pubbliche il maggior costo per il salario di anzianità che, alla luce di questa sentenza, dovevano sostenere le aziende appaltatrici.

E’ giunta l’ora di sanare definitivamente questa ingiustizia. L’appalto dei servizi CUP e dei servizi amministrativi delle ASL, del servizio regionale Recup, è solo un modo per drenare soldi pubblici in favore di società private e, al contempo, umiliare la professionalità e i diritti di lavoratrici e lavoratori che da decenni svolgono con professionalità e dedizione queste attività per il servizio sanitario della Regione Lazio.

Queste attività devono essere subito internalizzate, stabilizzando tutto il personale che da troppo tempo è precario e sottopagato.

Tocca all’autorità politica individuare la giusta soluzione per farlo, per questo chiediamo al Presidente Zingaretti l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le parti sociali per giungere a tale obiettivo, in assenza del quale la nostra struttura ed i nostri avvocati saranno a disposizione dei lavoratori del servizio Cup, ReCup ed amministrativi per proseguire la lotta.

COBAS del Lavoro Privato