Contratto Integrativo Unicoop Tirreno: togliere a tutti senza dare a nessuno

Partono le trattative per il rinnovo del CIA ed emerge una filosofia contraria al senso stesso del lavoro dipendente che muove la Cooperativa: risanare e raggiungere il pareggio di bilancio assottigliando le già magre buste paga dei lavoratori. E se mai ci sarà in futuro un po’ di utile di bilancio, qualche mollichina la renderanno indietro ai lavoratori.

Ma noi NON SIAMO IMPRENDITORI e viviamo di salario. Un salario che ha sempre meno potere di acquisto e non può essere legato all’utile d’impresa!

Non vi annoieremo con la presentazione iniziale del piano industriale che indica chiaramente la strada del pareggio di bilancio e l’importante miglioramento dei dati commerciali, ma passeremo a presentarvi le irricevibili proposte della Cooperativa, volte a ridisegnare un nuovo contratto che vedrebbe un’enorme contrazione di salario e di diritti per tutte e tutti:

  • Al 52% dei lavoratori che attualmente hanno l’orario a 37 ore settimanali – con pausa retribuita – verrebbe aumentato l’orario di lavoro a 38 ore, eliminando la pausa retribuita e diminuendo i Rol da 40 a 24 ore. In questa ottica di “non redistribuzione”, gli orari che prevedono le 38 ore ( 39%) e le 40 ore (9%), resterebbero inalterati e non subirebbero alcun miglioramento di sorta.
  • La maggiorazione per il lavoro domenicale e festivo verrebbe ridotta con l’enunciato di creare un meccanismo progressivo legato al risultato della Cooperativa e al numero dei giorni domenicali e festivi lavorati. Come se il disagio affrontato dalle lavoratrici e dai lavoratori in quei giorni fosse diverso a seconda del fatturato del negozio.
  • Il premio aziendale sarebbe sospeso, una perdita media secca intorno ai 1.200 euro all’anno, e in sostituzione viene proposta l’introduzione del welfare aziendale per un massimo di 500 euro annui. Welfere che non impatterebbe in alcuna misura nelle retribuzioni differite e sui contributi previdenziali dei lavoratori. La filosofia dei pochi, maledetti e neanche subito attraverso piattaforme di servizi dedicate.
  • La flessibilità diverrebbe il nuovo ulteriore meccanismo di risparmio: la cooperativa, nella sua proposta, prevederebbe la possibilità di esigere 44 ore di lavoro per 24 settimane, e la possibilità di liquidare le ore non recuperate in corso dell’anno di maturazione.
  • Il programma delle ferie diverrebbe annuale e non sempre questo, che a prima vista sembra un privilegio, è funzionale per organizzare i tempi di vita e di cura della famiglia.
  • I trasferimenti diverrebbero uno strumento atto a limitare i costi di trasferta, con il risultato di non pagare più il disagio sopportato dai lavoratori interessati.
  • Il nuovo salario variabile prevederebbe il solito meccanismo legato alla redditività aziendale, che troppo spesso non dipende dai lavoratori, e verrebbe differenziato per quadri, dirigenti ed intermedi , mentre resterebbe collettivo per tutti gli altri lavoratori.
  • Le agibilità sindacali si assottiglierebbero in maniera consistente, e questo è un punto che ci trova d’accordo, vista la qualità e la quantità delle ore utilizzate in relazione al costo generato. Meglio lasciare il salario ai lavoratori che donare ore inutili ai sindacalisti. Ma il minimo funzionamento della democrazia sindacale non può sposare la teoria dell’azienda: più fatturato più permessi sindacali. A nostro avviso i permessi vanno tarati con equilibrio sulle necessità e devono rimanere tali a prescindere dai risultati.

Le richieste aziendali sono irricevibili e noi le respingiamo al mittente, pur consapevoli del gioco delle parti e del “chiedere 10 per ottenere 5”. Se l’azienda vorrà misurarsi responsabilmente per raggiungere un principio di uniformità tra i lavoratori appartenenti ai differenti regimi contrattuali, noi saremo disponibili. Ma l’idea di togliere a tutti senza dare nulla a nessuno ci sembra in contraddizione con i principi ed i valori fondanti del movimento cooperativo.

Aspettiamo la prossima settimana per capire le reali intenzioni di Unicoop Tirreno e affronteremo la discussione con fermezza e nel rispetto del mandato assembleare.

Firenze, venerdì 08 novembre 2019

Cobas del Lavoro Privato