Cosa vogliono le guardie giurate?

Se prendiamo in mano la busta paga di una Guardia Particolare Giurata notiamo due cose che stonano vistosamente. La prima è la presenza del sostantivo “operaio” …ebbene sì, le GPG sono qualificate come tali, per carità, non creiamo fraintendimenti, non c’è nulla di disonorevole nell’uso di tale parola, ma converremo tutti sul fatto che se la si usa è perché la stessa descrive una situazione attinente la realtà se invece non fosse così bisognerebbe trovare un’altra parola più confacente. Il Dizionario Treccani definisce l’operaio “Lavoratore subordinato che esplica mansioni prevalentemente manuali, diverse a seconda delle varie specializzazioni e della preparazione tecnico-pratica…”. Secondo il parere del Consiglio di Stato n. 1247 del 2008 le Guardie Particolari Giurate svolgono “…attività che per l’incidenza e la qualità delle prestazioni nonché per l’alto grado di pericolo e di specializzazione operativa erano originariamente riservati alla forza pubblica e sono stati progressivamente affidati o consentiti agli istituti di vigilanza e alle guardie particolari, in virtù di specifiche previsioni normative…” Aggiungiamo anche che a mente del D.M. 154/2009 esse svolgono funzioni di “sicurezza sussidiaria”; e l’elenco si potrebbe estendere ulteriormente perchè nel corso degli anni questa figura è stata investita di una miriade di compiti, precedentemente riservati alle forze di Polizia. In sintesi possiamo dire che, a parte quelle funzioni ove necessitano “pubbliche potestà” la figura della GPG permea il tessuto sociale sotto molteplici profili. Quindi? Alla luce di quanto sopra detto possiamo ritenere ancora corretto l’uso del termine “operaio”? Sicuramente no! Ma è difficile far digerire tale fatto.

Il secondo punto che sorprende guardando la busta paga è l’ammontare medio dello stipendio. Una G.P.G. che inizia “ex novo” questa professione parte dal 6° livello e ciò, a mente del C.C.N.L. Gli permette di aspettarsi, dopo un mese di lavoro, svariate notti, orari interminabili (anche di dodici ore se non di più), riposi saltati… uno stipendio stimabile in un migliaio di euro. La stragrande maggioranza delle G.P.G. hanno un inquadramento al 4° livello e ferme restando tutte le difficoltà sopra menzionate, può attendersi uno stipendio di circa 1350,00 euro. È di queste settimane la protesta (che in alcuni aspetti sfiora l’isteria), portata avanti dalla A.N.G.G.I., per il fatto che il Ministro dell’Interno Salvini ha disatteso le promesse fatte in campagna elettorale (sottolineo in campagna elettorale ove normalmente si promette di tutto e di più) di elevare lo status delle G.P.G. a forze di Polizia Civile (definizione già di per sè risibile) all’interno del decreto “Sicurezza”. La minaccia da parte di questa associazione di dare corso ad uno sciopero di una settimana da collocarsi tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e ciò anche in spregio ad una sicura precettazione, è un sicuro indizio di pressappochismo e di una mancanza di contatto con la realtà lavorativa…anche se è molto più plausibile che tale gesto rientri nell’italica abitudine di “spararla grossa” per poi accontentarsi anche di un modesto risultato del tipo “vedremo quello che si può fare”.

Certo è che la parte datoriale sarebbe ben contenta di vedere le proprie G.P.G. investite di ulteriori possibilità d’impiego, ovviamente a parità di stipendio, così avrebbe modo di lucrare ulteriormente sulla pelle dei propri dipendenti. Vogliamo discutere di cosa interessa veramente alla G.P.G.? Certo, vedere riconosciuto concretamente a livello legislativo il proprio operato è importante ma arrivare a fine mese con un minimo di tranquillità, poter stare qualche ora in più con i propri cari senza cadere dal sonno e senza vedere lo stipendio crollare vertiginosamente forse vale anche di più. Si vuole ricorrere alla mobilitazione? Giusto! È un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione, ma facciamolo per ciò che ci interessa conseguire veramente e non per dare a pochi soggetti, diciamoci la verità, palesemente frustrati, di ottenere quel minimo di potere (se così vogliamo chiamarlo) che nella vita “borghese” sicuramente gli manca. Riconoscere agli operatori uno stipendio dignitoso, una reale formazione, orari umani…solo dopo potremo cominciare a parlare di altro… perché, cari signori, una casa la si costruisce partendo da solide fondamenta, altrimenti il suo destino non potrà che essere quello di un crollo rovinoso.

Cobas lavoro Privato – Settore Vigilanza