Con l’ausilio del nostro studio legale abbiamo presentato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali un interpello sulla possibilità, a tutt’oggi di fatto negata, che anche gli autoferrotranvieri possano promuovere il tentativo facoltativo di conciliazione davanti alla Direzione territoriale del Lavoro come previsto per tutti gli altri lavoratori del settore privato.
Il nostro rapporto di lavoro è regolamento dal R.D n. 148/1931 e dal CCNL Autoferrotranvieri, che prevede in caso si sanzione disciplinare il ricorso gerarchico o al Direttore Generale o al consiglio di amministrazione dell’azienda che ha emesso il provvedimento, che di fatto non fa altro, sempre che risponda, di confermare la sanzione al lavoratore.
Espletato questo passaggio, e visto che, promuovendo un tentativo di conciliazione presso la D.p.l., le aziende non si presentano facendosi scudo del R.D. n. 148/1931, l’autoferrotranviere per poter avere un giudizio da un organo terzo non può altro che ricorrere in tribunale. Cosa che generalmente non fa visto che le spese processuali molto spesso superano il danno economico della sanzione.
Essendo ormai appurato dalla giurisprudenza che per le cause riguardanti sanzione disciplinari (multe, giorni di sospensione, licenziamento, ecc) anche gli Autoferrotranvieri debbono essere impugnate presso il giudice del lavoro, equiparandoli quindi agli altri lavoratori del settore privato. Se non si consente però di fatto, al lavoratore autoferrotranviere di poter esperire il tentativo di conciliazione presso la D.p.l. prima di ricorrere al giudice, si viene a creare, secondo noi, una grave disparità di trattamento rispetto a tutti gli altri lavoratori cui tale facoltà è concessa.
Proprio per questi motivi abbiamo chiesto al Ministero che si pronunci in materia per vedere di sanare questa situazione che riteniamo molto penalizzante e ingiusta nei confronti della nostra categoria.
Firenze, 25 novembre 2018
Cobas Lavor Privato – ATAF Firenze