KURDISTAN, manifestazioni in tutta Europa e arresti in Turchia nell’anniversario di OCALAN

kurdistanNell’anniversario dell’arresto di OCALAN, numerose le manifestazioni in Europa. In Turchia, la repressione prosegue senza soste colpendo donne, studenti, avvocati, sindacalisti e giornalisti. La battaglia per la libertà di Ocalan e di tutto il popolo Kurdo però non si arresta. Di seguito diverse agenzie e articoli che parlano delle mobilitazioni di questi giorni.

 

In decine di migliaia a Strasburgo per chiedere la libertà di Ocalan – 18 Febbraio 2012 Sessanta mila persone provenienti da molti paesi europei hanno oggi chiesto la libertà per Ocalan e reclamano lo status di popolo curdo.

La manifestazione è stata organizzata poco dopo l’arrivo della Lunga Marcia a Strasburgo . La marcia ha lasciato Ginevra il 31 gennaio e ha raggiunto Strasburgo giovedi 17 febbraio, dopo aver percorso 420 chilometri, il tutto affrontando condizioni metereologiche decisamente proibitive. Il Presidente del Kongra-Gel Remzi Kartal, ha richiamato l’attenzione sulla situazione attuale del leader del PKK Abdullah Öcalan e ha condannato le crescenti pressioni esercitate dal Governo dell’AKP.

Nel suo intervento l’avvocato di Ocalan, Mahmut Sakar ha criticato il silenzio del Comitato per la prevenzione della tortura e della Corte europea dei diritti dell’uomo, in merito a l’isolamento imposto a Öcalan.

Il Presidente del KNK Tahir Kemalizade, ha invitato i paesi europei a rispondere alle richieste di liberta del popolo curdo. La deputata del BDP Emine Ayna, ha sottolineato che il popolo kurdo continuerà a manifestare tutti i giorni fino a quando Ocalan non verrà liberato

Durante l’incontro, gli attivisti della Lunga Marcia hanno presentato il Consiglio di Iniziativa per la Libertà del leader Öcalan, che è composto da 183 attivisti della Lunga Marcia. Il Consiglio organizzerà singoli comitati nei diversi paesi d’Europa e provvederà altresì a promuovere la Campagna per la Libertà di Ocalan a livello nazionale ed internazionale. ANF / STRASBURGO

Una manifestazione organizzata dalle donne attaccata dalla polizia – 18 Febbraio 2012 Ci sono stati numerosi feriti e 35 persone sono state fermate a Mersin, a seguito a un intervento della polizia durante una manifestazione organizzata dalla sezione femminile del KESK di Mersin.  La protesta è stata organizzata per reagire contro l’arresto delle colleghe avvenuto pochi giorni fa. Questa ondata di violenze, si sta verificando pochi giorni prima della giornata internazionale della donna, che si celebrerà l’8 marzo.

La tensione è aumentata quando la polizia ha impedito ai partecipanti di dirigersi verso l’edificio del Comune di Mersin, per la lettura di un comunicato stampa. Nermin Karasu, Segretario della Egitim Sen, ha espresso la  ferma intenzione di proseguire la marcia. La polizia si  era resa disponibile nel consentire la manifestazione, a patto che nessuno dei partecipanti cantasse slogan o sventolasse bandiere o striscioni.La protesta è proseguita ma quando le manifestanti hanno iniziato a sventolare le bandiere e a cantare slogan, gli agenti le hanno immediataente caricate.

La giornalista Zeynep Kūris che lavora per l’Agenzia DIHA, è stata minacciata dalla polizia, che le ha impedito di filmare gli attacchi.Tra le persone fermate, si segnalano i presidenti delle sezioni locali dei sindacati SES, BES e dell’ Haber-Sen, alcuni membri dei sindacati Halkevi e Egitim-Sen, il Presidente dell’ SDP di  Mersin, uno studente e due giornalisti di Evrensel. ANF/MERSIN

Nove sindacaliste arrestate Quattordici sindacaliste sono state prese in custodia nell’ambito dell’inchiesta KCK (Unione delle Comunità kurde), tra queste, nove sono state sottoposte a custodia cautelare. E ‘stato riportato che il procuratore ha chiesto chiarimenti sulle loro attività sindacali. Con domande del tipo: “Perché avete organizzato un’azione l’8 marzo (Giornata internazionale della donna)?” Il procuratore ha voluto anche sapere perché i sindacati organizzano una manifestazione il 28 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’accusa verso le sindacaliste è di essere parte di un’organizzazione illegale. Il 13 febbraio la polizia ha fatto irruzione presso le sedi della Confederazione dei sindacati del settore pubblico (KESK), del Sindacato europeo dei dipendenti pubblici per l’assistenza sanitaria e sociale  (SES) e l’Unione dei Lavoratori comunali (TÜMBELSEN). ANF / ANKARA

Scrittore kurdo in carcere Lo scrittore kurdo Mehmet Güler, autore del libro “Il caso KCK: Lo Stato globale e i kurdi senza stato”, arrestato il 13 febbraio a Van con altre sei persone nell’ambito dell’inchiesta KCK è stato incarcerato giovedi con l’accusa di essere membro di un’organizzazione “terrorista”. Almeno 149 persone sono state arrestate lo stesso giorno durante operazioni simultanee in 28 città, contro il partito kurdo BDP e alcuni sindacati. 15 sindacaliste donne, uno scrittore e un giornalista sono tra gli arrestati. Mehmet Güler è già stato oggetto di numerose cause e le sue opere sono state sequestrate diverse volte. Il suo libro di giornalismo investigativo “Il caso KCK: lo stato globale e i kurdi senza stato”, è stato pubblicato nel maggio 2010 dalla casa editrice belga Éditions, sotto la direzione di Ragip Zarakolu, anche lui in carcere dalla fine di ottobre 2011. Il libro è stato sequestrato dal tribunale penale di Istanbul per “propaganda di un “organizzazione terroristica”. Lo scrittore kurdo aveva già trascorso quasi dieci anni nel carcere di Ankara, quando era uno studente di storia all’Università di Ankara. Oggi, la Turchia è la più grande prigione al mondo per i giornalisti e gli scrittori. Almeno 106 giornalisti tra cui vari scrittori sono dietro le sbarre. www.actukurde.fr

http://azadiya.blogspot.com

Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo

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