Lavoratrici di serie A… lavoratrici di serie Z. Questa la ricetta di Zingaretti per “risanare” la sanità del Lazio e assicurare lauti profitti alle imprese private

Mercoledì 28 novembre 2018 SCIOPERO INTERO TURNO per tutti i dipendenti delle società Capodarco, Maggio 82, Pingo, Il Solco, NTA, Camus, GPI, Mimosa, In Opera, SDS che gestiscono in appalto i servizi Cup – Recup – servizi amministrativi delle Aziende Sanitarie e ospedaliere della Regione Lazio.

Manifestazione dalle ore 10, in via Molise, dinanzi le sedi del MISE/Ministero del Lavoro

La giunta Zingaretti dichiara di voler tutelare il personale degli appalti, sia in termini occupazionali che retributivi, ma continua a negare l’evidenza di una gara illegittima, nata male e finita peggio, che sta segnando pesantemente il reddito e la dignità di lavoratrici e lavoratori.

Allora, è bene essere estremamente chiari su cosa si deve intendere per tutela occupazionale e tutela retributiva:

Tutela occupazionale significa nessun taglio di posti di lavoro e nessuna riduzione dell’orario settimanale! La stragrande maggioranza dei dipendenti è già contrattualizzata, e non per scelta propria, con contratti part-time, la riduzione ulteriore del parametro orario non garantirebbe a ognuno di loro un reddito «sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa».

Al contrario, il taglio del paramento orario è già avvenuto nel cambio appalto dei servizi amministrativi della ASL Roma 2, dove la società subentrante, Maggio 82, ha imposto un taglio del 10% dell’orario settimanale. Presso il Policlinico Tor Vergata, la RTI SDS/TV Service sta proponendo tagli variabili tra il 16% al 33% degli orari contrattuali, mentre presso la ASL Roma 2 ha annunciato altrettanti tagli. La stessa incertezza occupazionale è presente nei lotti che passeranno alla RTI GPI, che prevede tagli orari, in particolare nei servizi CUP della ASL Roma 2 e nel servizio di call center ReCUP.

Tutela retributiva significa rispetto dei livelli di inquadramento già applicati nelle società uscenti, coerenza tra livelli di inquadramento proposti e mansioni effettivamente svolte, riconoscimento della professionalità, oltre che dell’anzianità, acquisita in anni di lavoro svolto in appalto, sempre in prima linea al fine di assicurare la giusta qualità del servizio sanitario al cittadino.

Al contrario, nulla di ciò è stato rispettato. Il personale è stato TUTTO demansionato. Per le lavoratrici provenienti dal CCNL Coop Sociali, con livello C1, il danno è stato edulcorato prendendo in considerazione quanto spettante a tutti i lavoratori per la contrattazione di secondo livello, mentre tutto il restante personale, con livelli superiori al C1 e quello con livello 4 del Terziario, ha già subito o subirà un taglio drastico delle retribuzioni. Anche la “gentile” concessione della copertura degli scatti di anzianità, a carico della Regione Lazio, è solo una componente transitoria che certifica, nel tempo, la perdita definitiva di quanto fin d’ora maturato in termini di scatti di anzianità, in quanto le società subentranti non intendono riconoscerla come componente della retribuzione del singolo dipendente.

Quindi, nessuna tutela occupazionale, nessuna tutela retributiva, totale disconoscimento della professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori dei CUP, del servizio ReCUP, dei Servizi Amministrativi.

L’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Di Belardino, derubrica la questione del corretto inquadramento a una questione di trattativa sindacale tra le parti, alla quale la Regione si sente estranea. Al contrario, l’errato inquadramento è originato da un bando di gara a scritto male e da una errata valutazione delle offerte della Commissione esaminatrice, in quanto l’inquadramento al III livello del CCNL Multiservizi indicato nelle offerte delle RTI GPI e RTI SDS doveva essere stroncato sul nascere, in quanto incompatibile con le professionalità richieste nel capitolato tecnico.

Tardiola, D’Amato, Zingaretti, dovrebbero ammettere di aver sbagliato e, a tutela del personale precario coinvolto, azzerare tutto, in ossequio del vecchio agio “Solo i cretini non cambiano mai idea”. Invece, continuano indifferenti a lavarsene le mani.

Le lavoratrici e i lavoratori precari ribadiscono che tutti gli appalti dei servizi CUP, del servizio ReCUP, dei servizi di supporto amministrativo nelle ASL e nelle strutture ospedaliere della Regione Lazio devono essere azzerati e rivisti, in modo da garantire tutele e dignità per tutti coloro da anni svolgono la propria attività discriminati e sottopagati, tramite:

  • la stabilizzazione del posto di lavoro attraverso un percorso di internalizzazione;
  • il riconoscimento della continuità contrattuale e delle tutele dell’art. 18 ante riforma jobs act;
  • il mantenimento dei parametri orari dei singoli contratti individuali;
  • una giusta retribuzione e il corretto inquadramento professionale.

Roma 23 novembre 2018

Comitato dei lavoratori e lavoratrici precari della Sanità

Cobas Capodarco – Cobas NTA/Camus – Cobas Maggio 82 – Cobas GPI/InOpera/Mimosa

Cobas del Lavoro Privato – Cobas Sanità Università e Ricerca