Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Gentile Presidente, mi rivolgo a Lei nell’ora più buia per il nostro Paese. Mi rivolgo a Lei a nome dei lavoratori del commercio, per chiederLe di fare presto.

Mi rivolgo a Lei, che li ha ringraziati in diretta TV, perché non c’è un minuto in più da aspettare per mettere al sicuro la loro salute e la loro sicurezza. I loro salari e i loro diritti.

Mi rivolgo a Lei, prima che inizi la ‘fase due’, perché per queste donne e questi uomini la fase la fase uno l’hanno saltata a piedi pari. E con coraggio e dedizione hanno contribuito a tenere insieme i cittadini di questo Paese.

Mi rivolgo a Lei e alla sua sensibilità perché questo sacrifico, alcune volte finanche della vita, segni un momento di svolta e riconsegni quella dignità violata che i lavoratori di questa filiera hanno impressa nella carne e nel sangue. Attraverso il ricatto quotidiano, l’azzeramento dei tempi di vita e di cura della famiglia, i bassi salari, la precarietà diffusa, la violenza di genere, il deterioramento dello stato di salute psico fisica e l’azzeramento di ogni momento di festa. Sia essa nazionale che domenicale.

Mi rivolgo a Lei affinché metta in atto misure urgenti e armonizzate a tutela di questi eroi un po’ per caso. Lavoratrici e lavoratori che, oltre ad essere esposti a un rischio altissimo, non sono preparati psicologicamente ad affrontare tutto questo. Non hanno il “pelo sullo stomaco” degli eroi della sanità. Non hanno le giuste protezioni e la paura vincerà sulla loro psiche già troppo provata.

Mi rivolgo a Lei perché stavolta non ho una soluzione, mi sento fragile anche io. Devo ripensare questa nuova condizione. Ma so che non ce la faranno a reggere per troppo tempo. Non sanno come abbracciare i propri figli al rientro a casa, a baciare le mogli e i mariti. Sempre in tensione per sperare in una distanza che non c’è mai. Sempre attenti a non togliere una mascherina che non ti protegge affatto perché logora e non a norma, quando c’è. Ecco, io non so come finirà tutta questa storia, ma loro – eroi per puro caso – ne usciranno a pezzi. Se ne usciranno. Se ne usciremo.

Mi rivolgo a Lei e faccio mie le parole di Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e consigliere del Suo ministro della Salute Roberto Speranza: «Vostro lavoro importantissimo, grazie», scriveva su Twitter. «Sarebbe il momento che anche le insegne dei supermercati ringrazino davvero i propri “eroi delle corsie”, e pure i consumatori che stanno garantendo loro extra profitti, non soltanto permettendo che si possa fare la spesa ed operare nei punti vendita in completa sicurezza (è il minimo), ma compiendo un investimento importante perché un servizio essenziale sia garantito nel migliore dei modi e nel rispetto della salute fisica e mentale del personale. Un ringraziamento non a parole, ma nei fatti. Vale la pena che governo e sindacati lo suggeriscano ai Big della distribuzione.»

Mi rivolgo a Lei e alla sua sensibilità e cerco in Lei un alleato leale per realizzare il sogno di milioni di nostri concittadini che tanto hanno donato a questo Paese, perché è arrivato il momento della riconoscenza. Quella vera. Quella che li tolga dall’ombra e li renda finalmente visibili in tutta la loro forza, la loro fierezza e la loro dignità.Caro Presidente, ringraziando fin d’ora per la cortese attenzione che vorrà accordare a me e a questi milioni di lavoratori Le porgo cordiali saluti.
 
Roma, sabato 18 aprile 2020

Per i Cobas del Lavoro Privato

Francesco Iacovone