Da decenni le A.S.L. e A.O. della Regione Lazio, per poter sopperire alla strutturale carenza di organico nel settore amministrativo, sfruttano lavoratrici e lavoratori precari reclutandoli (illecitamente) tramite appalti di servizi e/o di lavoro somministrato. …e dopo decenni di sfruttamento la Giunta Rocca, anziché avviare un virtuoso percorso di stabilizzazione del personale precario operante presso le strutture sanitarie pubbliche, ha deliberato il “licenziamento” di 48 lavoratrici e lavoratori, addetti alle attività amministrative della ASL Roma 1, con decorrenza 17 gennaio u.s.
I 48 lavoratori rappresentano solo la punta dell’iceberg del lavoro in appalto presente tutt’ora presso gli uffici ammnistrativi, nei CUP, nel Recup, nelle centrali operative. Oltre 2000 lavoratrici e lavoratori, per decenni sottopagati e discriminati, che ora attendono di essere i prossimi destinatari della “pena capitale” decretata dal presidente della Regione Rocca e il suo fido alfiere Urbani. Pena capitale che, evidentemente, la Giunta Rocca sta decretando anche per il servizio sanitario pubblico con il malcelato obiettivo di favorire la sanità convenzionata privata. A questi si aggiungono altre migliaia di lavoratrici e lavoratori in appalto addetti ai servizi di pulizia e ai servizi sanitari.
Una realtà precaria diffusamente presente in tutta la Pubblica Amministrazione. Oltre che nella sanità, lo sfruttamento del lavoro precario, diretto e in appalto, è diffusamente presente in tutti i settori della P.A., nelle università, nelle scuole, nei musei e parchi archeologici, nei tribunali, nei ministeri, nell’assistenza alle persone svantaggiate erogata dai Comuni; nonché nelle aziende a capitale pubblico. Tanto da erigere la P.A. e lo Stato nel mercato del lavoro quale maggiore “produttore” del cosiddetto “lavoro povero”. Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente fanno funzionare le articolazioni dello Stato percependo salari assolutamente INSUFFICIENTI «ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa», in sfregio palese della nostra carta costituzionale.
E’ ora di dire basta alla INCIVILTA’ DEL LAVORO. Ogni lavoratore (indipendentemente che sia addetto alle pulizie, agli accessi, ai servizi amministrativi, ai servizi sanitari, che sia un lavoratore manuale oppure intellettuale) ha diritto ad essere dipendente della società o azienda pubblica utilizzatrice della prestazione lavorativa e a percepire un reddito dignitoso.
Per il reintegro immediato dei 48 lavoratori della ASL Roma 1 espulsi dal posto
Per avviare un percorso di stabilizzazione e internalizzazione
di tutti i lavoratori in appalto
Per impedire lo smantellamento del servizio sanitario pubblico
I lavoratori precari hanno deciso di avviare un presidio permanente davanti la sede della Regione Lazio, in piazza Oderico da Pordenone a partire dalle ore 10 di mercoledì 12 febbraio 2025.
Invitiamo lavoratrici e lavoratori precari della sanità, dell’università, della giustizia, dei beni culturali, dei trasporti, nonché tutte le realtà sociali e politiche che si battono quotidianamente contro la precarietà e contro lo smantellamento del servizio sanitario pubblico a partecipare al presidio.
Roma, 6 febbraio 2025