Fiat-FCA… il piano del deserto industriale

La Fiat-FCA prosegue nella sua strategia di deserto industriale, di progressiva riduzione degli stabilimenti e della produzione dell’auto in Italia, con la creazione di altre migliaia di esuberi. Lo stabilimento di Torino MIRAFIORI è al centro di questo processo: per Torino FCA, un percorso di agonia e di non ritorno attraverso trasferimenti e pressanti invitiai lavoratori a prepararsi al licenziamento.

Marchionne il 1° giugno presenterà a Ballocco (VC) il piano industriale FCA per i prossimi anni.

Anticipazioni di quanto dirà in quella occasione ci sono già state, tutte pesanti e fin troppo chiare. Nessun veicolo, nessun prodotto di gamma medio-bassa verrà più prodotto non solo a Torino e cintura, ma nemmeno in Italia. Anche Pomigliano avrà vita breve, perché la produzione della Panda sarà presto spostata in Polonia. Quasi tutti gli altri stabilimenti in Italia vanno a singhiozzo, e la fine coatta del motore diesel prevista entro pochi anni avrà conseguenze anche per quelle poche realtà (Sevel di Val di Sangro, Pratola Serra) che oggi producono.

A Torino, mentre a brevissimo cesserà la produzione della Mito e mentre la Levante, avviata nel 2016, sta già avviandosi al tramonto, nessun nuovo modello è all’orizzonte, nessuno lo sta progettando. Dei poco più di 3000 dipendenti che sono ancora ufficialmente “occupati” alle Carrozzerie di Mirafiori, un accordo sindacale firmato con il consenso di tutte le sigle collaborative (Fim,Uilm, Fismic, Ugl) e concertative (Fiom) ha stabilito che 1050 dipendenti (più di un terzo) dovranno essere fatti fuori progressivamente e per questo spostati allo stabilimento di Grugliasco, stratagemma per fruire ancora di scampoli di ammortizzatore sociale e protrarre  l’agonia. Irreversibile il non ritorno, né a Mirafiori né in produzione, andranno in aula o in reparto a fare formazione per recuperare “occupabilità”, frase ipocrita per dire che dovranno andare a cercare lavoro altrove e accettare la loro fine con un incentivo, o con in alternativa il pagamento del costo dell’anticipazione Ape se abbastanza prossimi alla pensione.

Quelli che resteranno nello stabilimento dovranno produrre qualcosa, ma cosa non si sa, e saranno circa duemila, sempre di meno e sempre più in balìa delle reiterate promesse dell’Amministratore delegato di un lavoro che difficilmente ci sarà, di una promessa di “Torino polo del lusso” che è tutta nel vento delle parole di Marchionne ma che contrasta e stride con la realtà di uno stabilimento che è diventato ormai enorme in quanto a spazi vuoti e insostenibile rispetto a qualsiasi prospettiva di vera occupazione. E anche alla Maserati di Grugliasco cassa integrazione ed esuberi già presenti.

FIAT- FCA a quanto pare continua a scegliere la strada della menzogna ed a scaricare il costo delle sue scelte su lavoratrici e lavoratori prima sfruttati e acciaccati dal lavoro di fabbrica, e poi fiaccati da anni di cassa, di salario ridotto a metà, di precarietà dell’esistenza e del futuro. Per poi continuare a fare profitti, oggi con la crescita finanziaria che arride a chi chiude e licenzia, domani con la speculazione edilizia su aree immense che appartengono alla collettività, e che non devono essere consegnate agli affaristi.

Comprendere la situazione non può servirci solo per consegnarla alla storia, ma per lottare oggi e subito non consegnandoci ai programmi di Marchionne & C.  Non abbiamo nessuna intenzione ne’ di rassegnarci né di metterci in fila per prendere qualche soldo e scappare. Fino all’ultimo vogliamo lottare e difendere la nostra dignità. Nessuno deve essere licenziato.

Questa non è una battaglia “sindacale”, ha contenuti e conseguenze che coinvolgono tutte e tutti coloro che vivono nel territorio, e dovrebbe coinvolgere anche quelle istituzioni (Regione, Comune, Ministeri) che negli anni passati sono sempre stati zerbino della Fiat e che oggi comunque tacciono.

Sta a noi stanarli, impedire che se ne lavino le mani, ma per questo occorre esserci e mobilitarci.

VENERDI’ 1° GIUGNO

SCIOPERO di otto ore IN TUTTI GLI STABILIMENTI Fiat-FCA e del Gruppo

Il 1° giugno andiamo tutte e tutti a BALOCCO a far sentire a Marchionne il nostro NO

 

COBAS MIRAFIORI