Mentre tutti gli Istituti statistici europei dimostrano che, in questi ultimi decenni, le retribuzioni dei lavoratori italiani sono quelle che più hanno perso valore rispetto al costo della vita, i Sindacati confederali continuano a firmare “accordi a perdere” e poi raccontano che si è trattato di un affare per le maestranze.
Sono anni che in Italia gli imprenditori si arricchiscono più dei loro colleghi europei e, viceversa, i dipendenti si impoveriscono rispetto ai loro colleghi europei. Eppure, i sindacati ad ogni firma per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro spiegano che hanno recuperato il costo della vita e anche incassato la ricchezza derivante dall’aumento della produttività verificata nel settore di riferimento.
Rispettando il principio sopra esposto, Fillea-Filca-Feneal il 27 gennaio 2025 hanno concordato gli aumenti valevoli dal Primo dell’anno nel settore dell’industria Legno-Arredamento in € 22,83 lordi mensili al III livello e già si preparano a illustrare l’accordo come un’altra delle loro grandi conquiste.
Cobas-Lp esporrà meglio l’intesa del 27.1.2025 nelle assemblee con i lavoratori e ribadirà che la via per salvaguardare i salari dall’inflazione non è quella di chiedere, con il cappello in mano, l’aumento ai padroni, bensì rivendicare l’emanazione di una Legge che indicizzi automaticamente le retribuzioni dei lavoratori all’inflazione, oltre a norme chiare in materia di Salario minimo e Democrazia sindacale.
Certo con l’indicizzazione dei salari al costo della vita i Sindacati firmatari non potranno inserire nei CCNL la Quota di Servizio sindacale da far pagare ai non iscritti al Sindacato, col principio del silenzio-assenso. Tuttavia, i lavoratori ci guadagneranno sicuramente.
Per Cobas del Lavoro Privato, Felice Dileo