Toscana: la farsa regionale del trasporto pubblico

protesta-cobas-atafCome era prevedibile e com’è consuetudine di questo paese, sulla gara regionale del trasporto pubblico (quest’ultima parola ormai scomparsa dal vocabolario della politica) si decide di non decidere niente. Questa in sintesi la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale.
La Regione è soddisfatta perché il TAR, secondo il presidente Rossi, non ha bocciato il bando di gara e così, in poco tempo, potrà preparare un “esame di riparazione” per concedere la possibilità di correggere i piani finanziari da parte di Mobit e Autolinee Toscane. Mobit è soddisfatta perché non ha vinto Autolinee Toscane e questa è soddisfatta (anche se un po’ meno) perché non ha vinto neanche Mobit.
La nostra posizione sulla gara, invece, è sempre stata chiara fin dal suo inizio, siamo e rimarremo contrari alla messa all’asta di un diritto dei cittadini come la mobilità.
Per questo non ci siamo mai entusiasmati su chi avrebbe vinto tra i due contendenti, in quanto, come lavorato e come cittadini, dal momento che la gara si è fatta avevamo già perso in partenza.  (scarica il comunicato dei COBAS)

Era chiarissimo che dal momento in cui si mette sul piatto un business di 5 miliardi di euro in 11 anni, chi ha a cuore il profitto, invece del servizio da offrire cittadini, pur di vince sarebbe ricorso (a torto o ragione) alle carte bollate e a tutti i tribunali possibili (si parla ora di ricorsi al consiglio di stato e al tribunale europeo) e che sarebbero passati anni prima di arrivare ad una soluzione, se mai ci arriveremo.
Dalle dichiarazioni del governatore della regione apprendiamo che, non contento di aver creato tutto questo caos, ha intenzione di organizzare un “esame di riparazione” per i due colossi del Trasporto . Questo, se veramente fattibile e attuato, creerà ulteriori ricorsi che faranno passere altri anni di incertezza per il servizio, per gli utenti e i lavoratori, con montagne di soldi pubblici bruciati in carte bollate.
Il presidente Rossi riesce a capire che non è più tempo di usare soldi pubblici per ingrassare i capitali privati?
Anche se Rossi e soci fanno finta di aver scordato i referendum del 2011, questi sono ancora una pietra miliare rappresentativa della volontà popolare. I beni comuni, come il TPL, vanno tutelati dai profitti privati.
Prendiamo atto del fallimento della gara (sono stati bocciati i piani finanziari, elemento basilare delle offerte, come si fa ora a concedere un “esame di riparazione”?) e della gestione fallimentare del trasporto pubblico dal 2005 (inizio delle prime gare) ad oggi.
La riforma del trasporto pubblico di Rossi, basata su tagli al servizio, tagli al costo del lavoro e aumento del costo dei biglietti, per garantire profitto al capitale privato deve essere superata.
È ora che chi governa questa regione torni a fare la politica vera e prenda in mano il trasporto pubblico gestendo il servizio in House controllandolo direttamente con l’ausilio degli operatori del settore e dei cittadini, così da garantire investimenti su mezzi e personale, eliminando i tanti sprechi affidandosi a gestioni più capaci.

Firenze, 30/10/2016

COBAS ATAF

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