Unicoop Tirreno, terminati gli esodi volontari, sembra voglia cominciare a risolvere gli atavici problemi di bilancio, che prevedibilmente sarà ancora negativo di molti milioni di euro, attraverso lo svecchiamento coatto del personale. Assistiamo sempre più spesso ad atteggiamenti degni del peggiore dei padroni ed esprimiamo seria preoccupazione per il prossimo futuro.
Unicoop Tirreno, invece di fare autocritica sulla decennale gestione fallimentare, dispensa lettere di contestazione a pioggia a tutti i livelli. Il recente licenziamento del direttore del supermercato Coop di Roma Colli Aniene è soltanto la punta di un iceberg di proporzioni enormi. Capi reparto ed addetti subiscono una vera e propria caccia all’uomo e vengono contestati per i più disparati motivi.
I lavoratori vivono il luogo di lavoro con preoccupazione, sempre attenti a non cadere in errore nonostante i carichi di lavoro pesantissimi e lo strutturale sotto organico. L’episodio di Annapaola Benassi, lavoratrice commessa alla Coop di Fiuggi, che per l’ultimo ricovero della figlia (invalida grave), nel nosocomio di Caserta, si è vista richiedere un certificato supplementare – oltre a quello di ricovero previsto dalla legge – che attestasse la sua presenza fisica in ospedale, la dice lunga sulle modalità attuate dall’azienda. Non è certo questo il modo di motivare il personale per cercare una via di uscita dalla crisi.
Nel frattempo Unicoop Tirreno, con gli ammortizzatori sociali in campo, attinge una grande quantità di lavoratori interinali, più flessibili e ricattabili. Senza proporre estensioni orarie ai tantissimi part-time presenti nei negozi. Questo è un abominio che vorrebbe sottrarre lavoro garantito per creare una popolazione di dipendenti precaria e povera. Insomma, la solita ricetta dei nostri capitani coraggiosi.
Il Cobas del Commercio, che in Unicoop Tirreno è sindacato maggiormente rappresentativo, si oppone in maniera decisa a questa che sembra una vera e propria rappresaglia padronale. Sin da oggi prepareremo una memoria da spedire al Ministero del Lavoro e costruiremo le iniziative da mettere in campo per arrestare questa china pericolosa.
Cobas Lavoro Privato