Un San Valentino di lotta!!

Non possiamo che ritenerci più che soddisfatti per l’alta adesione avuta in Gest (oltre il 90%) e in Autolinee Toscane (oltre il 70% nella fascia serale). 

Ci dispiace constatare che media e stampa non ne abbiano riportato notizia, tentando di oscurare una giornata che ha visto paralizzata una città intera con enormi disagi nei confronti dei cittadini. 

Disagi dei quali istituzioni, giornali e telegiornali di partito sembrano non interessarsi, come sembra non interessare il fatto che tali comportamenti saranno causa di ulteriori disagi futuri. 

In tutto questo silenzio assordante, però, un articolo è sfuggito alla stampa, forse uscito troppo frettolosamente online e probabilmente subito redarguito, visto che a quel semplice e solo articolo ci si è fermati. È stato quello di Repubblica, che intitola il suo pezzo “Lo sciopero dei bus e tranvia blocca Firenze, l’adesione è altissima”, proseguendo con “Sciopero Record”. 

Ci dispiace per le migliaia di utenti che venerdì, sotto la pioggia, hanno dovuto aspettare ore prima di vedere un mezzo che li portasse a destinazione, ma le prime nostre rivendicazioni sono anche le loro, perché chiediamo sicurezza, mezzi idonei e tempi di percorrenza congrui alla regolarità del servizio. 

Chiediamo inoltre una soluzione che non sia quella di essere messi a casa a metà stipendio, quando un lavoratore o lavoratrice diventa inidoneo alla mansione, come in Autolinee Toscane, o immediatamente licenziato, come in Gest. 

Chiediamo, visto che i nostri padroni si vantano di volerci far sentire tutti una grande famiglia, che siano riviste le irrisorie indennità giornaliere, non rivalutate ormai da decenni, e che vengano riconosciute anche in Gest e all’urbano debole. 

Ringraziamo l’assessore per averci ricevuto, ma rispediamo al mittente l’accusa con cui noi, secondo lui, stiamo facendo politica. 

Noi non lo riteniamo esatto; dire che la nostra lotta è politica, nel senso dispregiativo che le attribuiscono, è fondamentalmente falso. Noi avevamo dei diritti che ci sono stati sottratti. Ai contratti AT hanno preso anche la dignità; a Gest non li hanno mai concessi. Noi avevamo un mestiere gratificante e apprezzato, un salario dignitoso che non abbiamo più. È il capitale e la politica ad averceli tolti. Noi lottiamo semplicemente per riprenderci ciò che ci hanno tolto e che ci spetta di diritto. Fine della questione. E non accettiamo che il Partito Democratico, in sintonia col capitale, disquisisca su quanto l’operaio in lotta sia anti-capitalista o contrario alle scelte del PD sulla privatizzazione, per distrarre l’attenzione da quanto, in verità, è invece il sistema ad essere anti-operaio. 

Se invece intendiamo la politica come quel complesso di scelte che riguardano la comunità, la vita collettiva, allora in un certo senso potremmo anche dire che in azienda siamo gli unici che stanno realmente facendo politica. 

Come Cobas, rimaniamo disponibili ad aprire una trattativa, come lo siamo sempre stati del resto, per trovare soluzioni condivise alle problematiche sopra esposte. Il problema però è un altro: saranno disposti i nostri dirigenti a mettersi a sedere oppure si nasconderanno sempre dietro la fantomatica scusa “non siete firmatari  di accordi nazionali”? “Non siete rappresentativi”?

Se così fosse non ci resterebbe che proclamare unaltra giornata di sciopero..