All’indomani della tornata elettorale in molte delle grandi aziende del settore si torna FINALMENTE a parlare della trattativa (che non c’è) sul rinnovo contrattuale.
Il 31 marzo ci sarà uno sciopero di settore, intero turno, anche se in pochi lo sanno e in pochi stanno lavorando per la riuscita dello stesso. Pertanto, abbiamo pensato di mettere in chiaro alcune questioni per i lavoratori e le lavoratrici che in questi giorni ci stanno chiedendo cosa è meglio fare.
La trattativa è ad un punto morto, secondo noi, perché l’arrendevolezza delle rappresentanze sindacali che in due anni e tre mesi nulla hanno fatto permettendo ad ASSTEL di alzare la voce e respingere le già deboli pretese della piattaforma di rivendicazione.
È indispensabile quindi attrezzarci per un percorso di mobilitazione che non può e non deve esaurirsi in una sola giornata\evento. Lo diciamo al di là della riuscita del prossimo sciopero.
È necessario mettere dei paletti su quelle che sono le necessità inderogabili dei lavoratori e delle lavoratrici del settore TLC che non possono essere quindi negoziate, né tanto meno svendute nel momento in cui saranno richiesti sacrifici per conquistarle.
Dal tavolo trattante vanno tolti i seguenti temi posti da Asstel come contropartita di un aumento salario già iniquo e non in linea con le regole che Confindustria stessa congiuntamente con CGIL CISL UIL si sono date:
- Decurtazione salariale per i primi 3gg di malattia.
La malattia va pagata intera fin dal primo giorno dell’evento, sono già troppe le voci che negli anni sono state decurtate dalla busta paga. Inoltre va detto che le Aziende sollevano un falso problema visto il precipitare delle statistiche per le malattie brevi con il sopraggiungere dello smart working di massa.
- Ulteriori forme di controllo a distanza in occasione del Lavoro Agile.
Questo strumento non è solo un benefit ma anche un’organizzazione del lavoro che permette ingenti risparmi alle aziende e maggiore produttività, basato su una reciproca fiducia nel rapporto Datore di Lavoro\Dipendente. Noi rivendichiamo che parte di quel risparmio torni nelle tasche dei lavoratori in forme di rimborso per energia e spese varie sostenute per il lavoro da casa o altro luogo.
- Livelli contrattuali
La riclassificazione dei livelli contrattuali spingerebbe verso il basso le mansioni assegnabili anche a chi ha raggiunto livelli di professionalità dopo decine di anni di servizio. Questo si configura come un demansionamento di massa e uno schiacciamento delle possibilità di crescita professionale. In un contesto che non è più quello di fine anni 90 con una media età intorno ai 50 anni sarebbe un vero e proprio disastro. Per non parlare delle conseguenze salariali immediate e di aspettativa.
Infine, la questione economica: non crediamo sia un caso che a dicembre la trattativa sia saltata non per i 3 punti sopra citati, già abbastanza gravi, bensì al momento di trattare sulla “pecunia”.
Probabilmente qualcuno si aspettava di poter portare il solito specchietto per le allodole e distogliere l’attenzione dai 3 punti critici, con un po’ di spicci avendo già ridotto le pretese che spettavano dopo anni di inflazione galoppante.
Ma alle aziende – che negli ultimi anni non hanno ricevuto che carezze da parte dei sindacati trattanti – l’appetito è venuto mangiando e hanno rifiutato di discutere sulla proposta sindacale ritenendo addirittura fuori da qualsiasi logica di trattativa.
Una parte delle aziende di Call Center ha trovato terreno fertile nell’ennesimo sindacato filo-padronale, firmando un contratto a parte che sta dando i suoi frutti propri in questi giorni con ondate di licenziamenti.
L’Asstel invece non avendo alcuna fretta di adeguare i salari attende che la Delegazione trattante torni a più miti consigli al tavolo.
In questa situazione è necessario comprendere i passaggi da fare, che saranno inevitabilmente in questa fase conflittuali. Comprendere i veri pericoli della parte normativa e i reali fabbisogni di quelle economiche. Dopo 6 anni dall’ultimo rinnovo non si può pensare di versare un centinaio di euro diviso in tranche annuali per i prossimi 3 anni. Il rinnovo economico deve essere adeguato alla reale inflazione che abbiamo subito negli ultimi anni.
Ogni giorno leggiamo e sentiamo dei bassi salari esistenti in Italia, dato che è andato peggiorando da quando si è dato forza alla contrattazione collettiva e aziendale, Dobbiamo pretendere che vengano rispettate le regole che Aziende e Sindacati hanno imposto.
Con questi presupposti ci apprestiamo a lottare per la conquista di un CCNL delle TLC più giusto e proficuo per tutti e tutte.
Roma, 25/03/2025
COBAS LAVORO PRIVATO – SETTORE TELECOMUNICAZIONI