Collegato lavoro – Al peggio non c’è mai fine!

A dicembre del 2024 stato approvato in via definitiva al Senato il DDL recante “Disposizioni in materia di lavoro” (c.d. Collegato Lavoro), in vigore dal 12 gennaio 2025. 

Sono ormai tre decenni anni che in questo paese si susseguono provvedimenti mirati alla progressiva deregolamentazione del lavoro riducendo progressivamente salario, tutele e diritti. 

Tutti governi che si sono succeduti, indistintamente dal colore politico, hanno contribuito alla demolizione sistematica dei diritti e del salario di lavoratori e lavoratrici.

A fare da apripista fu il cosiddetto pacchetto Treu (legge 7 aprile 1997 n 96 Norme in materia di promozione dell’occupazione). Successivamente, la legge Biagi (legge 14 febbraio 2003 n 30, Delega al Governo in materia occupazione e mercato del lavoro). Poi, il primo Collegato Lavoro, ovvero, la legge n. 183 del 4 novembre 2010Infine il cosiddetto Jobs Act, con la Legge delega 183/2014. 

A   dare   la   spallata definitiva alle ultime residue tutele in materia di rapporti di lavoro non poteva mancare all’appello l’attuale governo. 

Il ddl Lavoro precarizza ulteriormente il mercato del lavoro, dove la precarietà già regna sovrana. Oltre l’80% dei nuovi contratti attivati sono temporanei (dati INPS).

Nei 33 articoli che compongono questo decreto legge non viene affrontata nessuna delle grandi questioni inerenti al mondo del lavoro in Italia: bassi salari, parità retributiva tra uomini e donne, sicurezza sul lavoro. Soprattutto non viene affrontato il tema drammatico del lavoro povero. 

Al contrario, per le imprese sarà ancora più facile licenziare. Cade il tetto del 30% previsto per i lavoratori in somministrazione a tempo determinato rispetto al totale dei contratti stabili per ogni singola azienda. Le agenzie di somministrazione saranno autorizzate ad applicare contratti stagionali a intere nuove categorie di lavoratori, per esempio settori dello spettacolo, start-up, sostituzione di lavoratori assenti, o lavoratori e lavoratrici che semplicemente hanno compiuto 50 anni. Non saranno applicati i limiti di durata e le causali per i contratti a termine in caso di impiego di lavoratori disoccupati che godono da almeno sei mesi di ammortizzatori sociali.
All’articolo 19 viene stabilito che la lavoratrice o il lavoratore assenti ingiustificati per un periodo previsto da CCNL o uguale a 15 gg siano considerati dimissionari in automatico con perdita del diritto di accesso alla disoccupazione (NASPI).
Sono questi alcuni dei punti principali previsti dal ddl Lavoro che dimostrano la pervicace volontà del Governo tramite il ddl Lavoro a firma della ministra Calderone di assestare colpi definitivi ai diritti dei lavoratori a totale vantaggio delle imprese e schiacciare ancora più in basso la classe lavoratrice e fornire più strumenti di ricatto nelle mani dei datori di lavoro. 

Occorre costruire un forte movimento di lotta in grado di contrastare l’ultimo di una serie di provvedimenti che stanno sostanzialmente azzerato diritti e tutele per i lavoratori e le lavoratrici di questo paese. 

Ne parleremo il 10 aprile con avvocati e giuslavoristi per capire se esistono forme di resistenza e contrasto al ddl Lavoro anche sul piano giuridico, se esistono spazi di informazione e assistenza sindacale e tutele legale per lavoratori e lavoratrici che saranno colpiti da questo ennesimo provvedimento vergogna in tema lavoro. 

10 APRILE 2025 – ore 17,30
Incontro su COLLEGATO LAVORO 2025
Via del Pilastri 43/r  Firenze

CONFEDERAZIONE COBAS FIRENZE