Come O.S. COBAS del Lavoro Privato raccogliamo le preoccupazioni del Professionisti precari della Giustizia, in ordine alla scandalosa vicenda della mancata comunicazione del caso di meningite accertato presso la Casa Circondariale di Roma – Regina Coeli. Dal 7 aprile scorso, un detenuto in attesa di giudizio è ricoverato in condizioni gravissime presso il nosocomio Spallanzani, con diagnosi accertata di meningite da Neisseria meningitidis. Solo grazie alla denuncia pubblica effettuata dai familiari del detenuto, si è appreso della gravissima notizia, altrimenti tenuta sotto silenzio dall’Autorità Penitenziaria e dal Ministero della Giustizia. Dal 7 aprile al 9 aprile, detenuti ristretti presso la C.C. di Regina Coeli e Polizia Penitenziaria impegnata nella traduzione in Tribunale degli stessi, hanno avuto accesso presso la Città giudiziaria di p.le Clodio senza i dpi e, solo nella giornata di ieri, in concomitanza dell’uscita dei primi articoli di stampa, le scorte erano dotate di mascherine chirurgiche che non sono certo strumento adeguato per scongiurare la trasmissione di un batterio potenzialmente letale.
I fonici che prestano servizio sia presso le aule di p.le Clodio che presso il Carcere di Regina Coeli, hanno preteso chiarimenti in merito ai potenziali rischi per la loro salute, delle loro famiglie e di tutti gli utenti e personale che, a vario titolo e per motivi professionali, gravita all’interno della città giudiziaria. Come O.S. sappiamo che le Aziende ed il Consorzio CICLAT, proprio per tutelare il diritto alla salute dei propri collaboratori, si sono prontamente attivati per chiedere chiarimenti, dapprima al Presidente del Tribunale di Roma e, in assenza di riscontro, anche al Ministero della Giustizia. Ad oggi, alcuna risposta è stata data né al Consorzio, né ai lavoratori.
DENUNCIAMO A GRAN VOCE QUESTO VERGOGNOSO SILENZIO, SINONIMO DI NONCURANZA RISPETTO AL DIRITTO ALLA SALUTE ED ALLA DIGNITA’ MINIMA CHE DOVREBBE ESSERE GARANTITA A QUALSIASI ESSERE UMANO, LIBERO O RISTRETTO CHE SIA!
Auspicando in una pronta guarigione del sig. Tiziano Paoloni, ed esprimendo vicinanza alla famiglia, riteniamo doveroso che tutti i mezzi di stampa ma anche la politica, si interessino a questa situazione e facciano luce circa i reali e concreti pericoli di diffusione di una malattia potenzialmente letale. Non è tollerabile che, a fronte di una simile situazione di pericolo ed emergenza, con gli strumenti messi a disposizione che consentono la partecipazione al processo da remoto, si sia scelto, non solo di non rappresentare la situazione a quanti potenzialmente esposti al pericolo di contagio, ma di lasciare uscire dall’istituto penitenziario soggetti potenziali che, in un luogo ad alta frequentazione quale quello della Città giudiziaria, possono venire a contatto in maniera casuale con soggetti altamente recettivi a tale patogeno.
L’AUTORITA’ PENITENZIARIA ED IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DEVONO DARE RISPOSTE UFFICIALI ADESSO, SENZA INDUGIARE ULTERIORMENTE!
IL DIRITTO ALLA SALUTE ED IL RISPETTO DELL’ESSERE UMANO DEVONO ESSERE PREROGATIVA DI CHIUNQUE. COME PER IL FEMMINICIDIO, DIRITTO ALLA SALUTE E CONDIZIONI DEI DETENUTI, NON DEVONO ESSERE SOGGETTI A “SENSIBILITA’” DIVERSE, MA VANNO GARANTITI ED ASSICURATI A TUTTI SE, OLTRE AL “GRAZIA” NON VOGLIAMO ELIMINARE ANCHE IL “GIUSTIZIA” (SINTETIZZANDO CONCRETAMENTE L’INADEGUATEZZA DI QUESTO MINISTERO).