Decarbonizzazione della Sardegna – Delusioni e speranze dall’incontro al MISE

In mattinata abbiamo partecipato al tavolo tecnico presso il MISE/Direzione Generale per l’Approvvigionamento, l’Efficienza e la Competitività Energetica,presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde.
Motivo dell’incontro confrontarsi su modalità e tempi per la fuoriuscita dal carbone in Sardegna entro il 2025, il cosidetto  “phase out ” stabilito dal Piano nazionale integrato energia e clima(Pniec 2030). 
 
La nostra partecipazione è stata anticipata con  la presentazione di un documento dal significativo titolo “Sardegna zero CO2 – phase out 2025” col quale si è inteso dimostrare la concreta possibilità  di conseguire l’obiettivo di chiusura degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati col carbone, senza che sia messa a rischio stabilità della rete ed approvvigionamento di energia elettrica. 
Nel corso della riunione, con più interventi abbiamo avuto modo di illustrare la nostra soluzione ” atta a compensare la chiusura delle 2 centrali a carbone, con l’implemento di energie rinnovabili , l’ autoproduzione, l’ efficentamento e il risparmio energetico, etc.”. 
Sono state inoltre ribadite le ragioni che inducono ad opporsi a progetti di infrastrutturazione antieconomici ed obsoleti quali quelli di “metanizzazione dell’Isola”, evidenziando nel contempo l’assenza di una programmazione economica che possa giustificare millantati risparmi sulla bolletta energetica per i cittadini, realmente perseguibili se di converso vengano attivati percorsi di smart policy. 
A tal proposito il Ministero dell’Ambiente ha ricordato che non esiste ad oggi nessun decreto di autorizzazione della “dorsale del metano” firmato dal Ministero dell’Ambiente e che una eventuale autorizzazione ambientale(VIA) non significa che un’opera debba essere realizzata, soprattutto perché essa deve essere compatibile prioritariamente con una scelta strategica. Pertanto le dichiarazioni relative ad un possibile inizio lavori a breve della dorsale, sono da ritenersi non veritiere,fuorvianti e passibili di denuncia.
 
Lo stesso gestore della rete elettrica nazionale (TERNA) ha garantito la possibilità tecnica al 2025 del phase out dal carbone , grazie all’ammodernamento del cavo SACOI( collegamento Sardegna-Toscana)  e al raddoppio, con il progetto del cavo triterminale( Sardegna-Sicilia) previsto e finanziato dal Piano decennale di sviluppo.    
È quindi necessario ripensare la programmazione socio-economica dell’Isola, vocata all’agricoltura-pastorizia, al turismo con adeguati collegamenti aereo-marittimi,ad infrastrutture viario-ferroviarie,alla scuola-università-ricerca, piuttosto che sperperare oltre due miliardi di soldi pubblici per “il progetto di metanizzazione”, l’ennesima grande opera inutile-dannosa-costosa. 
 
Si tratta di soluzioni alternative rispetto a quelle avanzate da Governo Regionale, Confindustria e Sindacati Confederali, tutte convergenti nell’ostinarsi a voler proseguire la fallimentare politica industriale che ha distrutto l’ambiente, l’economia e la salute dei cittadini. 
Il tavolo tecnico si è chiuso con l’auspicio che l’obiettivo previsto dal PNIEC 2030 di chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone possa essere agevolmente raggiunto anche attraverso un percorso condiviso.
Li 31 gennaio 2020
 
Cobas Cagliari
Italia Nostra Sardegna
Unione Sindacale di Base Sardegna