Roma: minacce, pesanti insulti sessisti e razzisti e becero negazionismo, l’altra faccia della Regione Lazio

Cobas: Non ha senso andare a trovare la vittima del pestaggio di Colleferro se si assiste passivamente alla ripetuta violenza verbale sulla propria pagina istituzionale

Dalle minacce ai pesanti insulti sessisti e razzisti per arrivare fino al becero negazionismo. Questo è quello che si può riscontrare senza alcuna moderazione sulla pagina Facebook istituzionale della Regione Lazio “Salute Lazio”. E chi prova ad alzare una voce contraria viene massacrato da un gruppo nutrito di personaggi abituali che abusano di quello spazio per affermare la cultura dell’odio razziale e di genere.

«Abbiamo ripetutamente segnalato questi vergognosi episodi fin da questa estate – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – quando sotto attacco erano i lavoratori del Bangladesh, accusati di essere gli untori di tutta la Regione con tanto di pesanti insulti a sfondo razziale. Ma la risposta dell’amministrazione regionale non c’è stata. E il tentativo di alcuni di contrapporre una voce diversa è stato subito soffocato da minacce e insulti, anche pesanti.»

«E’ vergognoso che una Regione in cui non si riescono a seppellire le salme dei deceduti e gli ospedali sono oltre la soglia di attenzione indicata dal CTS – prosegue il rappresentante sindacale – presti la propria voce ai negazionisti, ai fascisti, ai NoMask e a tutti quei personaggi che banalizzano la più grande crisi sanitaria degli ultimi tempi. E che sfregiano la memoria delle vittime e la sofferenza dei malati.»

«Abbiamo ripetutamente contattato l’Assessore D’Amato e il suo Social Media Manager, ma la nostra rimostranza non ha trovato risposte significative. Non ha senso andare a trovare la vittima del pestaggio di Colleferro se si assiste passivamente alla ripetuta violenza verbale sulla propria pagina istituzionale. Perché la cultura dell’odio non deve avere diritto di cittadinanza.» – conclude Iacovone

Roma, lunedì 19 aprile 2021

Per i Cobas del Lavoro Privato – Francesco Iacovone