Cobas – Che fine farà la Pilkington?

Mentre le varie rappresentanze delle istituzioni locali sono intenti a fare campagna elettorale, un intero reparto della Pilkington, il CRS di San Salvo viene privato dei suoi impianti performanti sotto gli occhi di tutti nel silenzio più totale, anche dei cosiddetti sindacati rappresentativi. Qualcosa di simile era già avvenuto in passato. Per essere competitivi e mantenere l’occupazione a basso costo, vennero create due aziende satellite, BRAVO e PRIMO, oggi invece ce li vediamo portare via con molta probabilità nei paesi dove il Gruppo NSG potrebbe trarre più profitto.

Dire la verità.

La verità è che gli ultimi impianti innovativi, sbandierati per il rilancio del sito di San Salvo, sono stati un vero bluff. La crisi della Pilkington non ha la genesi nella pandemia, o nel mercato dell’auto, bensì in una errata valutazione e progettazione del futuro produttivo. Ma le conseguenze pero le stanno pagando i lavoratori turnisti, sottoposti continuamente a CIG.

Più volte abbiamo richiesto alla dirigenza Pilkington di non smontare gli impianti dismessi, anche perché negli anni precedenti erano stati effettuati importanti investimenti, che sarebbero tornati utili qualora il mercato si fosse ripreso, oppure per immediate esigenze da parte dei clienti. Ora invece si vaga nell’incertezza con oltre 300 esuberi da gestire, a fronte dei 55 annunciati prima della pandemia.

Chi mai poteva immaginare una situazione del genere: neanche nella svendita della SIV si è arrivati a questi livelli. La nuova riorganizzazione ha fatto si che questa dirigenza ceda i rami d’azienda di tutti i magazzini, portineria e forse anche l’infermeria, spappolando la precedente gestione del personale. Se da una parte aumentano i carichi di lavoro, dall’altra ai dipendenti viene imposta la CIG a zero ore a tempo indeterminato con una semplice comunicazione scritta, senza sapere se rientreranno o saranno considerati tra i 300 esuberi. Invece ci sono ditte esterne che non conoscono un giorno di CIG, lavorando al posto nostro. Così facendo hanno creato un clima di instabilità e malessere generale, TUTTO QUESTO NON LO POSSIAMO ACCETTARE!

La domanda sorge spontanea: nonostante i massicci investimenti sborsati degli azionisti della NSG (€ 30ML), più la nostra quota parte del rinnovo del CCNL ceduta all’azienda mensilmente per due anni consecutivi sempre per gli investimenti, a cosa sono serviti?

NOI diciamo “Basta ammortizzatori sociali”. È dal 2008 che l’azienda risolve le sue crisi ricorrendo massicciamente agli ammortizzatori sociali. Se la Pilkington pensa di svecchiare il personale ricorrendo ancora ai contratti di solidarietà, alludendo ad un futuro con assunzioni di giovani a bassi costi, di questo comprensorio, non ne resterà nulla.

Lanciamo un ancorato appello ai lavoratori, nonché agli ex lavoratori, che tanto hanno dato a questa azienda, accettando tante rinunce affinché tornino davanti alla fabbrica a difendere ciò che si è costruito con sudore, permettendo di dare un futuro ai propri figli, che oggi, per paura e timore di repressioni, si sono trincerati nel silenzio assoluto.

Rivolgiamo a tutto l’indotto, a tutte le associazioni del territorio, ai commercianti, cittadini alle associazioni caritatevoli di far sentire la propria voce per ridare vita al comprensorio.

Chieti, 09 giugno 2021

COBAS del LAVORO PRIVATO – ESECUTIVO PROVINCIALE CH – PE