Cobas: il mobbing non può attendere. Contraddizioni inaccettabili dell’art. 35 del CCNL Commercio

L’articolo 35 del CCNL Commercio, ripreso anche dal CCNL di Federdistribuzione mette nero su bianco la consapevolezza che il fenomeno del Mobbing, sebbene non ancora caratterizzato in modo definitivo dalla Giurisprudenza, è un fenomeno reale e ampiamente diffuso nel settore. Le parti datoriali, con la complicità dei sindacati firmatari, intendono quindi tutelarsi, mediante questo articolo, dandone una definizione sommaria ma restando “In attesa di un provvedimento legislativo che ne individui la definizione legale, le Parti intendono per mobbing quegli atti e comportamenti discriminatori e vessatori reiterati posti in essere nei confronti delle lavoratrici o dei lavoratori da parte di soggetti posti in posizione sovraordinata ovvero da altri colleghi, e che si caratterizzano come una vera e propria forma di persecuzione psicologica o di violenza morale.

La nostra organizzazione sindacale si è già espressa in merito al proliferarsi di questi fenomeni, specie nel mondo del Commercio, e altrettanto si è espressa segnalando i percorsi da seguire, prima sindacali e medico-legali, poi legali tout court.

Oggi ciò che vorremmo porre all’attenzione è quell’incipit “in attesa”. La nostra esperienza, infatti, ci ha riconsegnato centinaia di storie lavorative, le cui vittime sono per lo più donne, spesso madri, oggetto di persecuzioni psicologiche e violenze morali e fisiche. Storie di persone lasciate “in attesa” di essere liberate da questo giogo, spesso dettato da manager senza scrupoli, e agito da colleghi complici e scioccamente fiduciosi nel poco virtuoso mors tua vita mea.

L’articolo 35 prosegue affermando che tale attesa dovrà essere colmata dalla Commissione Paritetica Permanente delle Pari Opportunità, cui si affida il compito di monitorare il fenomeno e di valutare proposte di azioni positive atte a contrastarlo.

Ma qui si evidenzia appunto la contraddizione. Tale Commissione, in seno a quegli Enti Bilaterali da cui traggono linfa e sostanze i sindacati firmatari, rischia di diventare un mero fantoccio per lavare la sporca coscienza di tutti gli egregi firmatari dello stesso contratto. All’interno di un accordo concertativo, quale il CCNL entra a pieno titolo, chi mai vorrà far traballare le intese intercorse per qualche episodio di un non ben definito mobbing? A maggior ragione a seguito della messa in discussione degli Enti Bilaterali stessi, oggetto della lunga trafila per giungere alla definizione del CCNL di Federdistribuzione, che proprio su essi teneva il freno?

Appare evidente che già nelle intenzioni anteriori alla firma del contratto, sull’articolo 35 nessuno avesse intenzione di porre davvero la questione e l’attenzione sul Mobbing, quanto invece garantirsi a doppia mandata l’esclusione di una seria indagine in merito.

Una seria contrattazione collettiva nazionale avrebbe dovuto dotare invece i lavoratori e le lavoratrici della tutela e della certezza della costituzione in ogni azienda di un Dipartimento dedicato al contrasto dei fenomeni di mobbing e suoi affini.

Una seria contrattazione collettiva nazionale non avrebbe mai dovuto lasciare le migliaia di lavoratori e lavoratrici in balia dell’incertezza, in attesa di un tempo imprecisato e privo di connotazioni chiare.

Il rischio è poi che questa infinita attesa si traduca di fatto in dimissioni estorte o mascherati licenziamenti disciplinari. Ma ciò che preme ancora aggiungere è che questo meccanismo prenda un automatismo pericoloso.

Come un movimento oscillatorio, tale fenomeno si estende a tutti: attori e vittime.

Quei colleghi un tempo complici e attori di mobbing ieri, saranno i prossimi a cadere nella stessa trappola oggi, o al massimo domani, degenerando in un circolo vizioso in cui sarà sempre più difficile individuare vittima da vittima, o colpevole da vittima. 

Allora come Cobas del Lavoro Privato vogliamo presentare non tanto agli Enti Bilaterali, complici della mancata volontà reale di sanare la situazione, ma al Ministero del Lavoro e richiedere una interrogazione parlamentare sul fenomeno del Mobbing.

I lavoratori e le lavoratrici non possono e non devono più essere lasciati in attesa che i carnefici compiano il loro piano. La tutela occupazionale va garantita qui ed ora, e altrettanto vanno garantite sane condizioni ambientali di lavoro, tutelando la libertà, la dignità ed inviolabilità della persona, stabilendo principi di correttezza nei rapporti interpersonali.

Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori vittime di mobbing ad unirsi a noi in questa lotta, che solo insieme potremo vincere.

Cobas Lavoro Privato