Cobas – Lunedì 28 giugno manifestazione dei lavoratori esternalizzati del Ministero della Cultura!

Dalle 12:00 – presso il Ministero della Cultura – via A. Specchi e via del Collegio Romano. I lavoratori dipendenti di alcune aziende e cooperative da oltre vent’anni gestiscono concretamente i servizi museali, ritenuti “aggiuntivi” ma che in realtà “aggiuntivi” non sono. Si tratta di servizi al pubblico assolutamente essenziali: le biglietterie, gli uffici informazioni, l’accoglienza, il controllo degli accessi, gli uffici per le guide turistiche, call center, librerie, deposito bagagli, ecc… Quindi servizi indispensabili per il normale funzionamento dei più importanti musei e parchi archeologici italiani tra i più frequentati del mondo!

Un oligopolio di aziende e cooperative da più di un “ventennio” gestisce queste attività, anche in regime di proroga dall’anno 2004,  sfruttando centinaia di  lavoratori costretti a lavorare esposti molto spesso alle intemperie, al caldo torrido estivo e al freddo invernale, spesso senza luoghi idonei dove consumare i pasti, senza avere a disposizione neanche gli spogliatoi per cambiarsi, nei giorni festivi, rinunciando a trascorrere queste giornate con le proprie famiglie per maggiorazioni salariali irrisorie. La stragrande maggioranza di questi lavoratori in appalto risultano palesemente sottoccupati rispetto al titolo di studio conseguito e il loro inquadramento contrattuale non corrisponde alle figure professionali che ricoprono in quanto viene spesso richiesta loro la conoscenza dei nostri Beni Culturali e di almeno due lingue straniere.

Nel corso degli anni hanno subito aggressioni verbali e anche fisiche da parte di molti turisti perché ad esempio in un sito come il Parco archeologico di Pompei, che ha ricevuto fino al 2019 circa quattro milioni di visitatori all’anno, fatti del genere sono capitati e potranno capitare in futuro.  Malgrado tutto ciò hanno sempre lavorato con alto senso di responsabilità e spirito di abnegazione per lo Stato.

Questa pandemia ha soltanto acuito dei problemi e delle criticità preesistenti che attanagliano le lavoratrici e i lavoratori da molti anni. Ai tanti problemi si aggiunge ora un ulteriore danno economico dovuto all’applicazione degli ammortizzatori sociali. Una misera integrazione salariale accreditata con “puntuali” ritardi di erogazione da parte dell’Inps (anche di tre o quattro mesi) poiché le aziende in questione hanno deciso di non anticipare le somme spettanti ai propri dipendenti malgrado abbiano fatturato per decenni mediamente tra i settanta e gli ottanta milioni di euro all’anno fino al 2019. Con le attuali retribuzioni i lavoratori non sono in grado di garantire a loro stessi e alle loro famiglie un adeguato sostentamento.

Gli iscritti alla scrivente organizzazione sindacale sono stati promotori già da qualche anno di molte manifestazioni: scioperi, presidi sia davanti ai cancelli del Parco Archeologico di Ercolano sia a Pompei e anche davanti alle sedi INPS rivendicando la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’internalizzazione dei servizi e dei lavoratori da parte del MiC!

E’ evidente di come sia una questione di giustizia sociale e di rispetto dei dettami costituzionali, anche in considerazione dell’atavica carenza di personale certificata dallo stesso Consiglio Superiore dei Beni Culturali.  Nel 2020 sono state previste 500 assunzioni tramite i centri per l’impiego tra i disoccupati di lungo corso con il titolo di studio della licenza media, cioè un reclutamento di nuovo personale che svolgerà le stesse mansioni che da oltre venti anni vengono svolte da lavoratori di società private in appalto che evidentemente hanno già una certa esperienza lavorativa e professionale specifica.  Ebbene, questa pluriennale esperienza lavorativa non viene loro riconosciuta e non è mai stata presa minimamente in considerazione nei concorsi pubblici e neanche dai centri per l’impiego.

I lavoratori rivendicano l’internalizzazione come soluzione definitiva al regime di precarietà così come fanno da anni anche associazioni culturali, movimenti, comitati, addetti ai lavori e altre sigle sindacali di base. Molti condividono questa posizione anche perché certi che si determinerebbe un cospicuo risparmio economico per le casse dello Stato se il Ministero gestisse direttamente certi settori, certe mansioni, certe attività lavorative.  Una pletora di schiavi non può accogliere degnamente visitatori da tutto il mondo!

Cobas Lavoro Privato