Ribandendo la nostra contrarietà ad ogni forma di salario indiretto ed accessorio vincolato alla produzione che distribuisce in maniera iniqua i compensi destinati ai lavoratori anche attraverso gli strumenti di incentivazione, di welfare aziendale, di premi ad personam e di raggiungimento budget, alla presenza per cui chi si ammala è penalizzato. Rivendicando aumenti cospicui di salario diretto (da contratto, per essere più chiari) con l’immissione in busta paga di tutto il capitale che oggi viene destinato a tali premi.
Appuntiamo che, nella fattispecie dell’accordo del pdr 2023, ’ , ’, .
Il paradosso è nel fatto che questo “premio aggiuntivo e straordinario”, così come specificato dall’accordo, verrebbe erogato a fronte dell’impegno già profuso dal personale di poste italiane e per mitigare la critica dinamica inflattiva che grava sulle economie dei lavoratori.
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’ ̀ , , , ’ . In piena linea con le misure retributive a cui tende: salari indiretti sono un’ulteriore arma nelle mani aziendali poiché sono discrezionali, oggi ci sono, domani chissà.
dirottati di qua e di là, su questa o su quell’altra mansione lavorativa, questo o quel prodotto, questo o quell’orario di uscita dal lavoro, in esclusiva funzione di specifici interessi di cui si arricchiscono sempre e solo manager ed azionisti e dai quali trovano larghi benefici i sindacalisti di concertazione.
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Non possiamo accettare la spocchia ingannevole di poste e di chi sottoscrive colpevolmente i suoi diktat comunicando ingannevolmente le reali intenzioni facendole passare per obiettivi raggiunti e premi certi esprimendo anche la loro soddisfazione.
Soddisfatti sono loro,
non Noi.
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COBAS POSTE