LE PROVINCE DI BENEVENTO ED AVELLINO TERMINANO IL 17 OTTOBRE. Poste deroga al patrimonio fiduciario che ha saputo guadagnarsi negli anni per fare proprie, in costante e sistematico aumento, quelle politiche aggressive di vendita a tutti i costi che non tengono più conto dei reali bisogni e che tristemente la rendono uguale a tutti quei soggetti sul mercato che pur di massimizzare i propri ricavi mettono da parte utenti meno abbienti e lavoratori considerati manovalanza per i propri interessi ma pur sempre troppo onerosa al punto da dimezzare la composizione occupazionale, da aumentare la flessibilità ai massimi livelli peggiorandone la condizione lavorativa portata allo stremo e all’estremo sforzo produttivo così da far innamorare investitori privati pronti a divorare l’appetitosa preda e a nutrirsene finché la preda duri.
Già da diverso tempo denunciamo il peggioramento delle condizioni di lavoro e di servizio dovuti ai tagli occupazionali, abuso del lavoro precario e aumento smisurato della flessibilità che sono tutte conseguenze di un processo di privatizzazione che vede a poco a poco, partendo dalla menzogna sul debito pubblico, sottrarre ai cittadini un altro pezzo di stato sociale. Anche l’introduzione del welfare aziendale, per volere di confindustria e sindacati confederali, ha questa finalità: affidare ai privati tutti quei servizi che uno stato sociale dovrebbe garantire come sistema egualitario a protezione delle fasce più deboli in termini di servizio, tutela e assistenza.
Un esempio lampante è il sistema sanitario pubblico che in questo periodo ha dovuto fronteggiare l’epidemia da Covid-19 e se non fosse avvenuto l’impoverimento delle strutture pubbliche a vantaggio di quelle private nei decenni passati la situazione sarebbe stata senz’altro meno disastrosa, con meno morti e meno contagiati mentre le strutture private, che hanno goduto delle politiche neoliberiste, non hanno dato alcun contributo a questa emergenza sanitaria. Poste Italiane neanche durante questo periodo si è tolta la veste neoliberista pensando più ai propri obiettivi economici che ad adottare interventi preventivi per contenere il diffondersi dell’epidemia mettendo a serio rischio la salute dei lavoratori applicati per attività non indispensabili e nonostante l’emergenza fosse ancora in atto poste si è subito attivata per riaprire gli uffici postali e le accettazioni esponendo ad ulteriori rischi i lavoratori che a loro volta potevano e possono diventare veicolo di contagio e diffondere l’epidemia.
Questo sacrificio, molti lavoratori non sono disposti a subirlo senza opporre la propria contrarietà ribadendo la necessità di un servizio che sia pubblico, che metta le esigenze delle persone al centro e non quelle economiche/privatistiche che si tramutano in un contesto sociale disumano.
SOSTENIAMO INSIEME LA LOTTA PER L’OCCUPAZIONE E PER IL LAVORO SOSTENIBILE
BASTA TAGLI, PRECARIATO E PROFITTO
LAVORARE MENO E LAVORARE TUTTI
Cobas Poste