Com’è possibile che in alcuni Istituti le GPG riescano a influire sul proprio datore di lavoro in modo tale da portarlo al rispetto delle condizioni contrattuali, mentre in altri non c’è nulla che si possa fare per stimolare le Guardie a prendere coscienza?
Certamente la disumanizzazione del lavoro porta a quella sensazione di abbandono che porta alla rassegnazione.
La disumanizzazione portata avanti attraverso l’ossessivo raggiungimento del risultato giustificato dalle esigenze di servizio.
La disumanizzazione porta alla rassegnazione e la rassegnazione non permette di vedere la forza, sottovalutata, della ribellione.
Negli anni la categoria ha accettato piccole vessazioni e le vessazioni sono cresciute.
Negli anni la categoria ha accettato che venisse tolto di tanto in tanto qualche diritto e il furto è cresciuto.
Negli anni la categoria ha accettato stipendi più bassi perchè gli veniva detto che così sarebbe stato garantito il lavoro, ma gli stipendi sono scesi e il lavoro non è garantito.
Lo spettro della disoccupazione è sempre dietro la porta dell’ufficio del datore.
Nonostante un contratto scaduto dal 2015 e la retribuzione legata a prezzi e condizioni del mercato di quegli anni, ormai ampiamente superate, ad oggi la retribuzione è talmente inadeguata, da essere fonte di ansia ogni mese.
Nonostante condizioni pesanti di lavoro, nonostante le aziende approfittino delle esigenze di servizio per coercizzare, per spingere all’accettazione del sacrificio, come ad esempio il cosiddetto “turno spezzato” che non è consentito.
Nonostante tutto …
Perché …
Manca uno slancio vitale nella categoria.
Uno slancio che alle volte si trova in alcuni Istituti.
Ma sono pochi.
Per questo i datori dormono sonni tranquilli.
Sanno che la categoria non riuscirà a ribellarsi.
La paura delle conseguenze è un forte freno alla ribellione.
Quello che non viene considerato è che così andrà sempre peggio.
Questa paura non viene ascoltata.
Viene ascoltata solo la paura che parla delle conseguenze a breve termine.
Speriamo di non dover aspettare che il livello della sofferenza arrivi al limite della rabbia esplosiva, per far sì che la categoria trovi la forza, la decisione di ribellarsi a un sistema iniquo, vessatorio, di sfruttamento, di controllo e potere.
Nel frattempo l’assenza di ribellione, perfino della semplice contestazione, porta all’obbedienza folle.
Padri e madri di famiglia schiacciati tra la paura di perdere il lavoro e la paura di ribellarsi.
C’è chi resiste, c’è chi si “barcamena” e chi difende le scelte aziendali.
Chi difende le scelte aziendali non si rende conto che in realtà sta difendendo solo la sua posizione mentale, perchè non riesce ad ammettere di aver paura, non riesce ad ammettere di non trovare la forza di ergersi, di alzarsi, di parlare ad alta voce, di opporsi.
Cobas del lavoro privato- Settore Vigilanza