Cobas Settore Vigilanza – Un tunnel senza uscita!

Non ci sono dubbi. Stiamo subendo! A Roma si dice “stiamo sotto botta”. Tra pandemia, guerra, sanzioni …

Bankitalia dice che non possiamo fare a meno del gas russo. Non c’è un altro fornitore in grado di darci la quantità che riceviamo dalla Russia.

Anche il 10% del fabbisogno totale di petrolio lo riceviamo dalla Russia. È poca cosa ma fà comunque comodo.

Più della metà del gas che importiamo viene usato per produrre elettricità. In una nota il Presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli ha affermato in questi giorni che stiamo andando verso un razionamento del gas.

Cosa succederebbe se per effetto del prezzo “stellare” dell’elettricità o per la carenza di gas con cui si produce la cosiddetta “corrente elettrica”, dovessimo spegnere la metà degli elettrodomestici?

Le fabbriche faranno i conti con costi di produzione sempre più in rialzo.

Molte aziende, come già ora stanno facendo, dopo una resistenza iniziale portata avanti con un rallentamento della produzione, cederanno fermandosi, chiudendo, per forza di cose.

A quel punto la scarsità di beni e servizi genererà un ulteriore rialzo dei prezzi.

Quando c’è scarsità il prezzo aumenta.

Questo può riguardare qualunque cosa, dai generi voluttuari al cibo. Il rialzo dei prezzi è tecnicamente chiamato inflazione.

Ma … non è un’inflazione dovuta all’aumento della domanda, ma causata da mancata offerta. Cioè … per insufficiente produzione il prezzo lievita.

A questo punto la BCE per contrastare la crisi decide di alzare i tassi di interesse. Quindi aumenta il costo del denaro. Servirebbe secondo loro a contenere l’inflazione.

È una tecnica da sempre usata per calmierare l’inflazione e di solito funzionava perchè la domanda di beni e servizi era abbastanza alta e quindi era sostanzialmente “inflazione da domanda”.

Quando le famiglie avevano un reddito che gli permetteva di comprare, di consumare, allora la domanda cresceva e saliva l’inflazione. Tutto sommato era un’inflazione “buona”.

Ma oggi siamo in stagnazione, anzi stiamo pesantemente scivolando in recessione.

Di conseguenza alzare i tassi d’interesse avrà l’effetto di fermare l’attività economica perchè impedirà alle aziende non solo di investire, ma di richiedere prestiti per far fronte alle necessità energetiche. La situazione è che ci sono aziende che si fermano, altre che delocalizzano, con conseguente perdita di posti di lavoro.

Non solo … 

Recentemente i paesi OPEC hanno deciso di ridurre la produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno. Altro rialzo dei prezzi.

Non solo …

L’Euro perde valore nei confronti del Dollaro statunitense.

Dal momento che dalla fine della seconda guerra mondiale, per via del fatto che gli Stati Uniti si sono dichiarati vincitori, siamo costretti, non solo l’Italia, a pagare in dollari il petrolio e questo fà si che il valore del dollaro resti alto… ci ritroviamo a comprare i barili di petrolio spendendo sempre di più.

E si alzano i costi di produzione. Ma la domanda interna è ferma e così si arriva ai fallimenti. E quindi si và verso la deindustrializzazione.

Quindi …

Licenziamenti e cassa integrazione. Quante probabilità hanno i licenziati di trovare un nuovo lavoro?

Finito il periodo di cassa che faranno? Se quella famiglia era già monoreddito, come faranno?

Spegneranno gli elettrodomestici e staranno al freddo? E se in quella famiglia c’è un anziano, un disabile?

E i bambini?

Con la perdita del lavoro le famiglie non sono più in grado di comprare. Il crollo della domanda interna genererà un’inflazione da povertà.

Praticamente siamo un Paese in fallimento.

Magari sarebbe meglio a questo punto applicare l’Art. 11 della Costituzione, dove è scritto che l’Italia ripudia la guerra quale strumento di risoluzione delle controversie internazionali, e smettere di inviare armi che allungano la durata della guerra e togliere le sanzioni.

Così ricominceremmo a respirare e a vedere la fine del tunnel.

Rimettiamo al centro gli interessi nazionali. Rimettiamo al centro gli interessi di famiglie e lavoratori.

Ma c’è una piccola buona notizia. Dopo l’accordo del Consiglio Europeo il prezzo del gas è sceso sotto i 100 euro al megawattora.

Merito anche della stagione insolitamente calda e dell’abbassamento dei consumi, ci possiamo aspettare una diminuzione dei prezzi delle bollette familiari se non altro almeno temporanea.

Cobas Lavoro privato- Settore Vigilanza