Cobas Vigilanza – Cari colleghi, possibile che….

Cari colleghi, possibile che…. Troppi Istituti di Vigilanza in fallimento. Per citarne solo alcuni…

Istituto di Vigilanza                Procedura di fallimento
“L’Astuto”                                      maggio 2015
“La Velialpol”                               febbraio 2016
“”Sipro”                                          febbraio 2017
“La Leonessa”                             novembre 2017
“La Folgore”                                maggio 2018
“Brianteo”                                     febbraio 2019
                                                                                  “Sicurezza Italia”                          marzo 2019
In ultimo a Cagliari “Gruppo Secur” di cui si parla in questi giorni. Cosa è lecito pensare …. Incompetenza? Frode? Estrapolando i dati pubblicati nel 2019 dall’Osservatorio JobPricing, fatte salve differenze territoriali e di livello (per le categorie comparabili con la nostra) indicativamente in Italia gli stipendi netti al mese variano tra i 1.200 e i 1.450. Queste cifre si raggiungono con quale monte orario mensile?

Facciamo i conti della serva. Per l’orario settimanale troviamo indicazione nel D. Lgs. 66/2003 all’art. 3. La normativa fissa il monte ore di lavoro, generalmente, in 40 ore settimanali su 6
giorni o su 5 giorni, in base al CCNL e lavoro svolto. Indicativamente 40 ore settimanali per 4 settimane si arriva ad un monte mensile
di 160 ore. Poi il D. Lgs. 66/2003 recita :
Art. 4 : “La durata media dell’orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore, comprese le ore di lavoro straordinario”.
Poi l’art. 5 : “Il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario deve essere contenuto. Il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario é inoltre ammesso in relazione a:
casi di eccezionali esigenze tecnico-produttive e di impossibilità di fronteggiarle attraverso l’assunzione di altri lavoratori; casi di forza maggiore o casi in cui la mancata esecuzione di prestazioni di lavoro straordinario possa dare luogo a un pericolo grave e immediato ovvero a un danno alle persone o alla produzione”.
Naturalmente le aziende non rispettano, adducendo scuse di vario genere, la parte dell’articolo sopra citato in neretto. Tutto questo non cambia granché. Ci dice solo che possiamo lavorare di più della media. La nostra categoria mediamente lavora al 5+1 per un totale di 25 giorni al mese. Mediamente senza fare lunghe di 12 ore, calcolando le 8 ore classiche al giorno per 25 giorni arriviamo ad un monte mensile di 200 ore. La differenza è di 40 ore in più corrispondenti ad una settimana di lavoro.
Senza scendere in calcoli specifici, continuando a fare i conti della serva, qualcosa non torna. Le 200 ore di lavoro mensili equivalgono a 5 settimane in un mese con retribuzioni
che variano dai 1.200 a 1.400.

A parità di retribuzione con altre categorie la nostra lavora una settimana in più al mese. Cioè 12 settimane in più l’anno …. corrispondenti a 3 mesi. Sarà per questo che siamo sempre così stanchi?
Sempre facendo i conti della serva …. Questi 3 mesi in più portano una retribuzione più alta? Oppure lavoriamo gratis? Per rientrare nel calcolo delle 160 ore, l’orario giornaliero dovrebbe essere di 6,40. Ma di solito i turni sono di 8 ore come ben sappiamo. E dopo tutto il sacrificio che facciamo gli Istituti falliscono.
Ripropongo la domanda iniziale …. Cosa è lecito pensare …. Incompetenza? Frode?

È lecito chiedersi se lavoriamo gratis 3 mesi l’anno.
È lecito chiedersi come fanno a fallire, visto lo sfruttamento a cui siamo sottoposti.
Siamo retribuiti tutto l’anno con cifre medie, a fronte di un monte ore di lavoro molto alto, indice di notevole produttività.
È lecito chiedersi come fanno a fallire …. È lecito chiedersi se la paga oraria è volutamente così bassa per spingerci a fare lo straordinario, permettendo alle aziende di assumere meno personale.
È lecito chiedersi se ogni volta che facciamo straordinario lavoriamo al posto di un altro.
È lecito chiedersi quanto le aziende guadagnano in termini di contributi previdenziali non versati non assumendo …. “e di impossibilità di fronteggiarle attraverso l’assunzione di altri lavoratori”.
È lecito sentirsi a dir poco arrabbiati perchè con il fallimento arriva la perdita del lavoro, l’incertezza per il futuro, l’ansia per la famiglia, il senso di frustrazione, il senso di impotenza.
È lecito chiedersi: tutto il sacrificio fatto a cosa è servito? A tirare a campare? A portare lo stipendio a casa?
Il sacrificio non è né inevitabile né necessario!

Cobas Lavoro Privato –  Settore Vigilanza