Commessi e cassieri sono “figliuoli” di nessuno: adeguare il piano vaccinale. Cobas: ci rivolgiamo al generale Figliuolo per mettere fine a questa disparità di trattamento

L’appello a vaccinare i lavoratori del commercio non nasce certo da una spinta corporativa ma da un semplice ragionamento di buonsenso. Perché è sotto gli occhi di tutti che il piano vaccinale mostra falle evidenti e non è in linea con quello dei paesi che vaccinano di più e meglio, come la Germania. Dove i commessi e le commesse hanno la priorità al pari delle fasce anziane della popolazione.

«Sia chiaro, io sono d’accordo sul fatto che l’ordine anagrafico sia il punto di riferimento principale – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – ma nello stesso tempo commesse e commessi dovrebbero essere considerati alla stregua delle forze dell’ordine e del personale della scuola. La GDO ha garantito alti standard di servizio durante tutta la pandemia, evidenziando di fatto quanto questo settore sia vitale per il Paese.»

«Ma la campagna vaccinale è stata avviata già dal mese di gennaio e si continuano a trascurare commesse e commessi – prosegue il rappresentante sindacale – donne e uomini che svolgono le proprie mansioni in punti vendita dove entrano e si assembrano fino a 1.500 persone al giorno. E la stragrande maggioranza di queste persone sono anziane e fragili. Motivo ulteriore per immunizzare chi lavora a stretto contatto con queste categorie di popolazione e per spiegare la scelta della Germania, che prevede tra l’altro l’utilizzo obbligatorio delle mascherine Ffp2»

«Ordunque ci rivolgiamo al generale Figliuolo affinché regoli il piano vaccinale in corsa, per mettere fine a questa evidente disparità di trattamento. Siamo stanchi davvero di contare i nostri morti e i tanti malati che si moltiplicano con l’andare avanti della crisi sanitaria.» – conclude Iacovone

Roma, venerdì 23 aprile 2021

Per i Cobas del Lavoro Privato – Francesco Iacovone