Comunicato rinnovo CCNL Cooperative sociali

Ė arrivata la tanto attesa firma sul rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, scaduto oramai dal 2019 ma come era facile prevedere nulla di buono per i quasi 400.000 mila occupanti del settore. Difatti nulla è stato toccato nel ccnl delle questioni importanti e anche le cose poche nuove sono, come al solito, piene di fantasiose soluzioni naturalmente tutte a carico di lavoratrici e lavoratori.

 Nonostante i toni trionfalistici dei firmatari, il nuovo contratto prevede molto poco dal punto di vista economico e l’introduzione di meccanismi tanto fantasiosi quanto umilianti per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti/e, a cui non viene riconosciuta nemmeno una indennità una tantum per la “vacanza contrattuale”, cioè gli anni di attesa dalla scadenza del precedente contratto vigente.

  1. L’aumento della retribuzione, per niente sufficiente a recuperare quanto perso con l’inflazione degli ultimi anni, sarà infatti pari a 120 euro lordi (riparametrato sul livello C1 full time, cosa assai rara nelle cooperative sociali il full time) e dilazionato in tre momenti nei prossimi 2 anni, con l’ultimo scatto previsto per OTTOBRE 2025 e una 14° tanto pubblicizzata ma che comincerà a maturare da GENNAIO 2025, che sarà poi conteggiata al 50% della retribuzione mensile, a ricordare come per i firmatari evidentemente i lavoratori e le lavoratrici della Cooperative Sociali siano effettivamente di serie B rispetto a tutti gli altri settori, tanto da non meritare neanche una Quattordicesima mensilità intera come in tutti gli altri CCNL . Poco e neanche subito, se andiamo poi a considerare che la stragrande maggioranza dei contratti attivi sono part time e di molto inferiori alle 38 ore, siamo davanti all’ennesimo nulla di fatto. Come Confederazione Cobas, insieme ad altre realtà del sindacalismo di base avevamo presentato una piattaforma per il rinnovo del CCNL e nel punto specifico chiedevamo che le nostre retribuzioni venissero equiparate ai contratti pubblici di riferimento e che venissero conteggiate nelle ore di lavoro sia gli spostamenti, tra un utente e l’altro, che le ore non frontali che a momento sono quasi totalmente a carico del lavoratore/trice, questo anche perché riteniamo che debbano essere inserite, obbligatoriamente, riunioni settimanali per i servizi in equipe e supervisioni ( consulente esterno alla cooperativa), per ridurre il rischio di bourn out.
  2. L’accordo allarga gli orizzonti nell’utilizzo del CCNL Cooperative sociali in vari settori lavorativi e quindi a nuovi processi di esternalizzazione dei servizi pubblici, come la sanità e l’igiene ambientale, da ricordare quando i sindacati firmatari parlano di lotte per le reinternalizzazioni dei servizi pubblici. Grave risulta nuovamente il trattamento riservato ad educatori ed educatrici professionali socio-pedagogici che negli anni hanno acquisito la qualifica professionale, imposta dalla Legge 205/2017 e con spese a proprio carico, per cui viene definito il riconoscimento del livello D2 solo a partire dal 2026. Al contrario noi siamo per l’internalizzazione dei servizi nei quali lavoriamo e per la ricostruzione dei servizi che puntino alla qualità e non all’economicità.
  3. Ad ulteriore dimostrazione delle distanze tra le rivendicazioni dei lavoratori/trici e i sindacati firmatari è anche ciò che prevede l’articolo sulla “reperibilità in struttura” ovvero le cosiddette “notti passive”. A gran voce veniva richiesta l’abolizione di questo istituto e il riconoscimento delle ore notturne passate in RSA, Centri Residenziali, Comunità H24 come ore effettivamente lavorate, ma l’accordo non modifica assolutamente questo istituto prevedendo una maggiorazione dell’indennità di appena 20 euro per ogni notte di servizio prestato nella fascia oraria 24-7. le ore lavorate non sono mai passive, vanno retribuite tutte e senza fasulle indennità.
  4. L’adeguamento della retribuzione per le lavoratrici in maternità portata al 100% per i cinque mesi di maternità obbligatoria ha il sapore della beffa, considerando che moltissime lavoratrici impiegate in mansioni a rischio hanno diritto ma sono anche obbligate all’astensione anticipata e posticipata per la quale resterà solo l’indennità prevista dall’INPS. La tutela al 100% deve partire dal primo giorno di astensione dal lavoro e vanno potenziate le tutele per i padri che si assentano dal lavoro per favorire il rientro delle mamme a lavoro.
  5. Per foraggiare la sanità e le mutue private detenute dagli stessi datori di lavoro, svuotando progressivamente la sanità pubblica , viene aumentato mensilmente il contributo da 5 a 10 euro. Basta favorire l’esternalizzazione della sanità ai privati, campo dove molte coop foraggiano i loro bilanci, ma permessi per visite mediche e sostegni economici per chi deve affrontare lunghe malattie.
  6. Il preaccordo dovrà passare al vaglio delle assemblee territoriali,le quali speriamo siano rese pubbliche e nelle quali chiediamo venga rispettato il diritto dei lavoratori e lavoratrici di esprimersi liberamente su il testo che dovrà essere votato, invitiamo tutti e tutte ad partecipare ed a non cedere davanti alla logica “meglio poco che niente”.

Per questo crediamo sia necessario ribaltare questa logica affinché siano davvero garantiti diritti e dignità per chi opera nel settore come prevede la piattaforma alternativa per il CCNL Cooperative Sociali “Un altro Contratto è possibile” https://www.change.org/…/sostieni-la…. Per la parificazione delle retribuzioni al Contratto degli Enti Locali, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per l’estensione dei diritti, per la democrazia sindacale, per un lavoro dove salute e sicurezza non siano un miraggio rilanciamo le lotte perchè un altro contratto è possibile e necessario.