L’attuale situazione in materia di appalti è sconfortante e richiede una doverosa presa di posizione da parte dei lavoratori tutti, non solo dei Professionisti precari all’ombra della Giustizia (a titolo esemplificativo ma non esaustivo: estensione a 15 mila euro l’anno per l’uso dei voucher, in alcuni settori, e cioè la forma più estrema di mercificazione del lavoro; liberalizzazione del c.d. subappalto a cascata; ampliamento del precariato, in risposta alla procedura di infrazione dell’UE che accusa l’Italia, a ragione, di abuso di precariato).
Diventa allora doveroso scioperare e scendere in piazza il prossimo 23 maggio e, ancor più, dando voce anche a tutti quei lavoratori precari che vogliono perseverare nella lotta per rivendicare i diritti costituzionali che spettano ad ognuno di noi. L’obiettivo è quello di creare un momento di confronto e di contestuale sensibilizzazione circa il tema del lavoro precario in generale e degli appalti – come quello che ci occupa – nello specifico.
Il contratto degli addetti alla verbalizzazione per il Ministero della Giustizia è ormai prossimo alla scadenza (30 giugno 2024). Da luglio 2023, il Dicastero di via Arenula prende tempo, aprendo ad un percorso di internalizzazione, confortato da dichiarazioni importanti della parte politica (che cita opzioni e numeri, salvo poi non essere in grado di fornire tempistiche per l’avvio di un tavolo permanente volto a garantire le professionalità e gli attuali livelli occupazionali), prontamente (ma non convintamente) smentite dalla parte tecnica.
I 1.500 lavoratori professionalmente preparati operanti sul territorio nazionale da oltre trent’anni sono stanchi e meritano di ricevere risposte.
E non è un caso se la data dell’ennesimo sciopero nazionale che l’O.S. COBAS si è trovata costretta a proclamare, sia ricaduta proprio sul 23 maggio: ostinarsi ad esternalizzare un servizio che, leggendo il bando per l’ultimo concorso riservato agli Operatori Data Entry del Ministero della Giustizia, si pensava di richiamare a sé senza tenere conto delle professionalità formatesi già da tre decenni, oltre ad essere sconveniente sotto molteplici punti di vista, rischia di aprire a scenari che il Dott. Falcone, con la sua lungimiranza, aveva previsto. E per i quali, ahinoi, ha pagato con la vita, condividendo con l’amico fraterno e collega, Dott. Paolo Borsellino, a distanza di poche settimane, un iniquo destino. Il fenomeno dell’area grigia è tristemente noto non solo agli addetti ai lavori. Perpetrare, dunque, la strada della esternalizzazione del servizio, soprattutto dopo avere accettato che quelle stesse aziende interessate all’appalto, possano operare (e fatturare) anche nel settore peritale, espone a rischio non solo i lavoratori ma tutta la collettività.
L’O.S. COBAS del Lavoro Privato, ribadendo le motivazioni che sono parte integrante della proclamazione dello sciopero indetto per il 23 maggio p.v., invitano i lavoratori a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti, nonché gli organi di stampa e gli addetti ai lavori tutti, a non lasciare inascoltata la protesta di questi lavoratori e dei lavoratori precari in senso più ampio.
Chiediamo giustizia alla Giustizia, anche e soprattutto a chi, quotidianamente, viene chiamato a garantire gli altrui diritti: assicurare dignità professionale e certezza della continuità lavorativa a tutte quelle persone che, a vario titolo, avvertono forte la responsabilità nei confronti dello Stato e verso la garanzia del diritto al giusto processo, dovrebbe essere per voi imperativo.
Restando a disposizione per qualsiasi chiarimento, invitiamo all’unità, per non vanificare i risultati raggiunti sino ad ora.
L’unica I.A. possibile per garantire un giusto processo:
Internalizzazione Adesso!
(Oltre la digitalizzazione, c’è la GIUSTIZIA)
Fonici, trascrittori, stenotipisti e data entry forensi – tecnici forensi, da oltre trent’anni precari all’ombra della Giustizia