La lavoratrici e i lavoratori in appalto presso gli uffici amministrativi, i CUP, il ReCUP, i centralini sono di nuovo a chiedere alla nuova giunta della Regione Lazio un confronto diretto per mettere definitivamente fine alla piaga purulenta della precarietà e discriminazione che infetta da anni il Servizio sanitario pubblico della Regione Lazio.
Stiamo parlando di alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori sfruttati e discriminati dalla pubblica amministrazione, tramite gli appalti e/o il lavoro di somministrazione, sempre con contratti part-time non sottoscritti per libera scelta, che da decenni sono costretti a vivere con salari di 600-900 euro e che per il futuro sono condannati a sopravvivere con pensioni ancora più misere, nella perenne ansia di non superare l’ennesimo cambio appalto. Appalti di servizi mai genuini che nascondono l’uso spudorato di affitto illegittimo di mano d opera realizzato negli anni dentro la P.A.
Si potrebbero scrivere libri per descrivere le responsabilità politiche, di tutti i colori, che hanno determinato tale irragionevole mostruosità sociale dentro la pubblica amministrazione ma a noi, per ora, non interessa.
Interessa, invece, sanare una volta per tutta tale piaga attraverso un percorso di stabilizzazione di tutto il personale che opera in appalto e/o in somministrazione per i servizi amministrativi delle ASL e delle Aziende Ospedaliere, negli uffici, presso gli sportelli CUP, nei Centralini o presso il servizio ReCup. Una sanatoria che, peraltro, farebbe risparmiare milioni di euro alle casse del servizio sanitario regionale, destinabili a rafforzare l’assistenza sanitaria al cittadino.
Per farlo si possono adottare diverse soluzioni normative, alcune da subito praticabili altre per le quali sarà opportuno sollecitare il legislatore nazionale, e spetta alla Giunta e al Consiglio della Regione Lazio individuare le migliori.
Un tema da affrontare ora tenuto conto che il TAR del Lazio il 26 aprile ha annullato per vizi sostanziali la gara di appalto centralizzata aggiudicata dalla centrale acquisti della Regione Lazio nel 2022.
Su questo tema le lavoratrici e i lavoratori precari addetti ai servizi amministrativi hanno chiesto da mesi una interlocuzione con il Presidente Rocca e la Giunta senza ricevere alcuna risposta, umiliando ulteriormente coloro che negli ultimi 20 anni hanno contribuito, a fianco delle altre figure professionali, a far funzionare la servizio sanitario pubblico della Regione Lazio e che sono stati in prima linea ad affrontare la crisi pandemica, nonostante non sia giunto loro alcun riconoscimento.
Roma 24 maggio 2023
COBAS lavoro privato