‘Insorgiamo’. Facciamo nostre le parole d’ordine dei lavoratori GKN

Da anni in poste il sindacalismo di base e conflittuale ha intrapreso una via unitaria che oggi viene finalmente adottata a livello nazionale e intercategoriale.

Difatti tutte le lavoratrici ed i lavoratori militanti del sindacalismo di base, di tutte le categorie e in tutti i territori, hanno avviato un percorso unitario per far fronte alle sempre crescenti arroganze padronali capitanate, oggi, dal governo Draghi.

Uno stato di agitazione permanente che vedrà nello sciopero generale dell’11 ottobre un caposaldo importantissimo.

Non certamente il punto di arrivo ma un passaggio fondante per continuare, a partecipazione allargata e compatta, una sempre più necessaria opposizione alle politiche messe in atto contro il mondo del lavoro.

Di fronte agli attacchi sistematici abbiamo l’obbligo di resistere e di non perdere di vista, come categoria postale, quel che accade in altri settori che è esattamente ciò che accade a noi stessi. Noi, lavoratori postali, che siamo già da tempo sotto la scure della privatizzazione e soggetti ad un disegno politico e padronale che agisce indisturbato ovunque, che taglia posti di lavoro, che aumenta carichi e rischi, ritmi e controllo, che deroga sulla sicurezza, che tiene bassi i livelli salariali mentre aumenta il costo della vita, che svende il pubblico per arricchire il privato e per farlo aumenta le tariffe dei servizi, che abbatte i costi del lavoro, abbassa la qualità perfino di quei servizi realmente essenziali e necessari a noi tutti come la sanità, la scuola, i trasporti, l’energia, il servizio postale, la tutela del piccolo e medio risparmio.

Poste è una parte del tutto -il sistematico taglio del personale (più di 15.000 negli ultimi 4 anni), le disorganizzazioni che ne conseguono, l’aumento dei prodotti e dei carichi di lavoro, la flessibilizzazione del

lavoro (distacchi, abbinamenti, straordinari, clausola elastica), la sua precarizzazione (sempre più ctd a fronte di migliaia di pensionamenti), le continue pressioni, la repressione come arma quotidiana, ’arroganza di capetti fomentati da premi ad personam, il contenimento salariale orchestrato con i sindacati concertativie rientra in un disegno più generale costruito scientificamente dalle classi dirigenti che sottovalutano però la capacità di reazione delle lavoratrici, dei lavoratori e dei fruitori dei servizi.

I signori del potere esprimono la loro forza con totale arroganza ma in realtà la vera forza è nei numeri. Solo la classe lavoratrice unita può, anche numericamente, cambiare davvero il corso delle cose.

Il capitalismo continua ad usare la crisi economica e sanitaria come grimaldello e lasciapassare delle peggiori angherie sociali di cui sono vittime gli ultimi della società, tra questi le lavoratrici ed i lavoratori, chiamati l’11 ottobre allo sciopero ed alla partecipazione attiva necessaria a opporre una resistenza sempre più importante per il futuro di tutti noi.

Pur senza entrare nelle questioni del passato, ma solo analizzando con la dovuta attenzione la criticità della fase attuale (GKN, WHIRLPOOL, ecc.), caratterizzata dai licenziamenti facili scaturiti dall’inciucio governativo/padronale, si può ben capire come diventa fondamentale una piena presa di coscienza anche nella nostra categoria.

È con la lotta contro questo spietato sistema socio-economico e contro i suoi spavaldi esponenti che vanno difesi i posti di lavoro, così come con azioni mirate e determinate si possono ottenere migliori condizioni lavorative.

Siamo stati, siamo e saremo bersagli delle politiche liberiste, sempre più ciniche e feroci nei confronti dei più deboli, e soltanto se uniamo le forze possiamo contrastarle in modo efficace e conseguire risultati importanti.

Bisogna agire e reagire con determinazione e concretezza, non esistono alternative all’azione conflittuale. Altre scappatoie non sono altro che autentiche illusioni.

“NON ESISTONO LIBERATORI. SONO I POPOLI CHE SI LIBERANO DA SÉ”.

Le stesse cose che ha ribadito il collettivo di fabbrica dei lavoratori GKN all’indomani del ricorso vinto contro i licenziamenti: “la mobilitazione continua perché non c’è salvezza fuori dalla mobilitazione. E perché ci sono 30 anni di attacchi al mondo del lavoro da cancellare.”

FAI SENTIRE FORTE LA TUA VOCE CONTRO L’AGGRESSIONE AI TUOI DIRITTI.

FAI VALERE LA FORZA DELL’UNITÀ DEI LAVORATORI CONTRO LE

POLITICHE CHE CI AFFAMANO E CI TOLGONO LA DIGNITÀ.

L’11 OTTOBRE NIENTE LAVORO, UNISCITI A NOI E SCIOPERA.

Cobas Poste – CUB Poste – SLG CUB Poste