Lavorare meno lavorare tutti a parità di salario- basta regali alle imprese!

Ci sono diversi elementi che in queste settimane di emergenza sanitaria sono stati ampiamente dimostrati:

1 – Tra i responsabili principali della diffusione del Virus ci sono le imprese e i loro rappresentanti, soprattutto al NORD, i quali hanno ignorato i segnali e le indicazioni sanitarie e hanno costretto le amministrazioni a tutelare i loro PROFITTI invece della salute dei cittadini e delle cittadine. Le IMPRESE IN TUTTI I COMPARTI PRODUTTIVI hanno volutamente ignorato sin dall’inizio le disposizioni di sicurezza, hanno provato ad impedire l’applicazione dei protocolli, hanno tergiversato. Solo la mobilitazione dei lavoratori con i loro scioperi e l’indignazione li hanno riportati a più miti consigli, non dopo aver presentato il conto al Governo.

2 – I tagli ai servizi pubblici hanno messo il nostro paese in ginocchio, costringendoci alla CHIUSURA per non far esplodere il SISTEMA SANITARIO NAZIONALE, falcidiato dai tagli e dal finanziamento ai privati, dai disservizi, dagli scandali e dalle mazzette. Amministratori politici e imprenditori in questo campo sono andati a braccetto da sempre.

3 – Non è mancata la consueta speculazione delle banche che si sono offerte di anticipare il versamento del trattamento di Cassa Integrazione: in realtà ai lavoratori vengono richiesti documenti che rendono difficile l’effettiva fruizione dell’anticipo e se la propria banca non ha aderito alla convenzione ABI dovranno affrontare le spese di apertura e gestione di un nuovo conto corrente bancario.

4 – La medicina del Lavoro, l’Ispettorato del lavoro, Inail, Inps, gli organi preposti alla vigilanza sulla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro NON SONO ADEGUATI al compito da svolgere (per tagli ed assenza di risorse), quando non addirittura conniventi con le imprese. Il Governo e le Regioni non hanno predisposto protocolli per far sì che questi enti continuassero a recarsi sui posti di lavoro per vigilare sulle aziende sia per il rispetto delle normative per la sicurezza e la salute in emergenza Virus Covid 19, sia per il rispetto dei diritti e delle normative contrattuali.

5 – È CONFINDUSTRIA a DETTARE LE REGOLE del Gioco, anche nei confronti del Governo e dei Partiti che lo sostengono, con la complicità dei Sindacati Confederali. Lo vediamo sulle riaperture, sulla miseria dei provvedimenti di sostegno al reddito, sulle misure di sicurezza. Lo vediamo rispetto ai Protocolli di sicurezza sottoscritti il 14 marzo e il 24 aprile dove le misure di contenimento Covid 19, sono vaghe e affidate alla buona volontà delle aziende.

6 – Manca un sistema di Welfare capace di rispondere non alle emergenze ma a condizioni strutturali di criticità.

In questa contesto però un altro fatto sta emergendo in tutta la sua rilevanza:

L’ITALIA ha la capacità tecnico-industriale-infrastrutturale per lanciarsi verso una nuova era tecnologica. Le reti e le infrastrutture di TLC hanno retto le sorti del Paese e proiettano le imprese verso la nuova rivoluzione tecnologica: quella dell’intelligenza artificiale applicata alla produzione.

Ma alla disoccupazione STORICA e STRUTTURALE del nostro Paese (che si aggira intorno al 9,7 %) andrà aggiunta quella legata alla emergenza sanitaria di questi mesi e quella legata al SALTO TECNOLOGICO per

cui sono già previsti da anni finanziamenti statali ed europei.

La riduzione dell’ORARIO DI LAVORO a PARITA’ DI SALARIO deve diventare quindi l’obiettivo prossimo venturo dei lavoratori e delle lavoratrici.              
                   A PARITÀ DI SALARIO.  Ricordate queste parole.   A PARITÀ DI SALARIO

La riduzione dell’orario di lavoro con RIDUZIONE di SALARIO già esiste e si chiama CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ’, una fregatura pagata dai lavoratori.

La proposta avanzata dalla Ministra del Lavoro Catalfo – “riduzione orario a parità di salario per percorsi di formazione (finanziati dal Ministero)”- che riteniamo insufficiente, vede la Confindustria nettamente contraria per principio e vede quest’ultima pretendere che la gran parte dei miliardi stanziati per la “fase 2” vadano alle imprese “non come prestiti, bensì a fondo perduto”. Il pensiero dominante dei padroni resta anche in questo caso quello di “socializzare le perdite e privatizzare i profitti”.

Dopo decenni di finanziamenti pubblici, di ammortizzatori sociali, evasioni fiscali, contributi statali per l’apertura di nuove attività delocalizzate, contratti nazionali truffa, devastazioni ambientali i cui danni non hanno mai pagato lasciando allo STATO l’onere di risanare i territori, I PADRONI vogliono scaricare anche in questo caso il costo della CRISI sui lavoratori, le lavoratrici, i disoccupati e i ceti popolari.

Ad oltre 100 anni dalla conquista delle 8 ore al prezzo di tantissimi sacrifici, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il “lavorare meno, lavorare tutti”, deve essere un obiettivo irrinunciabile: la migliore risposta alla salute e ai diritti in tempo di pandemia e crisi sistemica.

Roma 8 Maggio

COBAS LAVORO PRIVATO