Lavoratori della Ristorazione del Bioparco di Roma – Lettera alla Sindaca di Roma

Cara  Virginia Raggi, siamo un gruppo di 10 lavoratori e lavoratrici della Ristorazione del Bioparco di Roma e Le scriviamo in quanto Sindaca di Roma e, in questa veste, intendiamo sottoporLe la nostra vicenda.

Sulla nostra pelle si è giocata, in modi e termini molto discutibili, la questione della ristorazione del Bioparco ed oggi ci ritroviamo senza lavoro, e senza garanzie per il futuro nostro e delle nostre famiglie.

Chiediamo il Suo autorevole intervento in virtù degli impegni presi dai Suoi Assessori che si occupano dei rapporti con la Fondazione Bioparco. Ne evidenziamo urgenza e necessità non solo per noi, cui è stato negato un futuro occupazionale, ma anche per rispetto di quegli assessori da Lei nominati che, come noi, si sono visti ritrattare impegni e garanzie dalla Fondazione Bioparco prima dal Presidente Francesco Petretti e, ora, dal Direttore Generale Luigi Epomiceno.

Tenteremo di riassumere il più brevemente possibile la nostra vicenda, e gli snodi e gli inganni che ci hanno portato dal Primo novembre ad essere disoccupati.

Nell’estate del 2018, a seguito di un intervento ispettivo dell’Asl e dei NAS, venivano chiusi al pubblico e dichiarati inagibili alcuni dei locali della Ristorazione all’interno del Bioparco. Tali lavori di ristrutturazione e manutenzione erano stati richiesti da tempo senza trovare mai accordo sulla persona giuridica che avesse l’onere di tali spese. Il servizio della ristorazione era da sempre in appalto, ma tali ingenti lavori non potevano essere addebitati all’ultimo appalto, peraltro in scadenza. Dal canto suo la Fondazione ha sempre glissato sulla sua responsabilità in merito, asserendo che né la ristorazione in senso stretto né la ristrutturazione dei locali rientrasse nella Mission della Fondazione. Ad ottobre dello scorso anno fummo quindi raggiunti da lettere di licenziamento collettivo, per scadenza dell’appalto e inagibilità dei locali. Chiedemmo allora l’intervento dell’Assessorato alle politiche ambientali e del verde, che promosse in nostro favore un intervento con la Fondazione che portò ad una proroga dell’appalto e l’impegno da parte della Fondazione di tempestiva elaborazione di un bando di gara per ripristinare e regolamentare il servizio ristorazione.

Evidenziamo in questa sede che non solo per noi, lavoratori e lavoratrici, ma per tutte le migliaia di visitatori del Bioparco la possibilità di usufruire di aree di ristoro e relax all’interno del parco zoologico è avvertito come una esigenza necessaria, considerate le tante famiglie che accedono al parco, nonchè dei lavoratori dipendenti della Fondazione e delle società appaltatrici, e che tale esigenza non può essere supplita dall’impiego di carretti di street food che non prevedono aree al coperto e non potranno mai garantire il servizio di ristorazione di qualità .

Grazie all’intervento dell’assessorato alle politiche ambientali rientrammo in servizio, sebbene alcune aree fossero ancora inagibili. E per un intero anno abbiamo atteso che venisse stilato un bando di gara o che fosse predisposto un temporaneo progetto di internalizzazione del servizio in attesa della mesa in regola degli spazi e della redazione del bando per aggiudicare il nuovo appalto.

Il 18 giugno di quest’anno la Commissione Capitolina Permanente IV Ambiente incontrava per le valutazioni del bilancio del Bioparco di Roma, tra gli altri, i nostri rappresentanti sindacali Cobas del Lavoro Privato e per la Fondazione Bioparco i signori: F. Petretti (Presidente), F.R. Bentivenga (allora in carica come Direttore Generale), S. Fioravanti (Consigliera Bioparco), A. De Dominicis (Responsabile del Personale). Tra le questioni all’odg in quella data ha trovato spazio anche quella sulla ristorazione, e dunque il nostro futuro occupazionale.

In tale sede Bentivenga avanzò la possibilità di considerare due possibili soluzioni per la ristorazione: la gestione totale autonoma o in alternativa il partenariato, augurandosi la pronta decisione su una delle due opzioni in vista della scadenza della proroga. Petretti indica una impossibilità a definire una gara per la ristorazione in tempi utili, in quanto in attesa di approvazione del bilancio.

In quella sede quindi sembrerebbe esser stato messo sul piatto della bilancia il ricatto sull’approvazione del bilancio e dall’altro il ricatto del nostro posto di lavoro.

Il bilancio della Fondazione Bioparco fu poi approvato, e sulla base delle necessità ivi rappresentate fu anche erogata la quota capitolina alla Fondazione.

A quel tempo, alla luce di questi elementi abbiamo creduto che altrettanto sarebbe stata risolta la questione che ci riguarda, ossia la nostra occupazione nella ristorazione.

Dal nuovo Direttore Generale della Fondazione Bioparco Luigi Epomiceno fummo rassicurati in merito, ed infatti nonostante la ricezione delle recenti lettere definitive di licenziamento, il 24 ottobre 2019 firmammo un verbale di incontro in cui Epomiceno in presenza del Responsabile del Personale del Bioparco si impegnava a garantirci continuità occupazionale. In questo verbale Epomiceno si impegnava a predisporre un piano temporaneo, fino a nuovo bando di gara, di internalizzazione del servizio di ristorazione, aumentandone i livelli di qualità per i quali ipotizzava l’assunzione di 4 food manager esterni, e la possibilità del nostro reintegro presumibilmente verso febbraio 2020. Tale periodo di vacanza del servizio di ristorazione sarebbe stato tamponato con l’impiego di carretti di street food. A pochi giorni dalla firma di questo verbale però il Direttore Epomiceno ritratta tutto, nega ogni possibilità di ricollocamento e sancisce la nostra definitiva espulsione dal servizio.

Riteniamo che definire questa trattativa nei nostri confronti non sia stato semplicemente un inganno a Noi. Ma una vera truffa, a noi e al Comune di Roma.

La partecipazione di soldi pubblici, della cittadinanza romana, come pure l’impegno della Giunta per salvaguardare il Bioparco come patrimonio della città, oltre che la nostra vicenda occupazionale, siano elementi sufficienti da richiedere il Suo tempestivo intervento.

Nonostante la Mission della Fondazione e nonostante quanto dichiarato dal suo Presidente Petretti in occasione della Commissione IV, ciò che ci appare è una strumentalizzazione al solo scopo di ottenere l’approvazione di un bilancio per motivi diversi da quelli dichiarati.

Non vediamo nelle previsioni di intervento alcuna tutela del benessere degli animali, né di intervento sui locali fatiscenti del parco, tra cui quelli della ristorazione. Né tanto meno riteniamo che la consulenza di 4 food manager per una non ben identificata riorganizzazione della ristorazione rientrino né nei termini definiti dalla discussione sul bilancio, né tanto meno in quelli della Mission.

Ci appare invece che la Direzione del Bioparco abbia inteso di poter gestire la ristorazione con intento aziendale e manageriale, allo scopo di aumentarne il profitto, senza alcuna declinazione etica.

Riteniamo però che, così come il 18 giugno era stato discusso, la ristorazione e la nostra continuità occupazionale debbano essere garantiti nel rispetto degli accordi e della trasparenza economica.

Perché a noi e alle nostre famiglie non basterà la definizione di responsabilità sulla discutibile gestione delle risorse affidate al Bioparco, se non nella misura in cui non si introduca nel futuro bando di gara la clausola per cui l’aggiudicatario del servizio sia vincolato ad assumere chi da oltre 20 anni garantisce nei fatti il servizio, con professionalità ed esperienza.

Aspettiamo fiduciosi un Suo intervento risolutivo.

Fino ad allora, organizzeremo costantemente dei presidi di protesta affinché la nostra vicenda non venga archiviata o derubricata a cattiva gestione dei soldi pubblici.

Roma 21 novembre 2019