No alla limitazione della libertà personale a causa dell’incapacità di prevenire e programmare

Da oggi noi lombardi sperimenteremo il coprifuoco notturno di sei ore, dalle 23 alle 5, quando la stragrande maggioranza della popolazione dorme. Non la chiusura dei locali, ma il confinamento notturno nelle case, come in tempo di guerra. Una fermezza apparente e inutile che maschera malamente l’incapacità e l’impotenza nella gestione dell’emergenza sanitaria.

Come in un film già visto, la Lombardia arriva impreparata alla seconda ondata di coronavirus. Fontana, presidente della Regione, e Gallera, assessore regionale alla sanità, sono i responsabili dell’attuale gestione della pandemia. Il sistema di tracciamento dei tamponi è in tilt, l’assistenza territoriale è in affanno, i pronto soccorso intasati da malati Covid, gli ospedali iniziano a rinviare le prestazioni non urgenti, molti lombardi sono in coda per un tampone o in attesa di una comunicazione dall’Asl.

Che cosa sta facendo ora la giunta Fontana per correggere gli errori e rafforzare il sistema sanitario pubblico? Il Presidente della Regione Lombardia non è lo stesso che durante la prima ondata dell’epidemia riduceva le corse dei mezzi pubblici? Sala non è lo stesso dell’orgoglioso motto “Milano non si ferma!” che ha preceduto un fine settimana da delirio? La Regione Lombardia non è quella che ha trasferito infetti nelle RSA e nelle valli della morte aperte a pendolari e lavoratori, trasformandole in lazzaretti? Pensano che i cittadini lombardi si siano dimenticati dei loro errori e delle loro inadempienze? Pensano di essere assolti di fronte all’assenza di investimenti nella sanità e nel trasporto pubblico locale? Pensano di essere assolti di fronte alle mancate assunzioni di personale e nuove strutture sanitarie? Pensano di essere assolti di fronte al colpevole deficit di spazi che priva gli alunni del diritto all’istruzione che può solo essere garantito in presenza, mentre molte scuole sono costrette a fare lezione a distanza per garantire un minimo di sicurezza sanitaria?

Come già accaduto per  i mezzi di trasporto, la movida si anticiperà dalle 21 alle 23, con un effetto più dannoso che nullo sulla diffusione del contagio. Se certamente la movida è un bersaglio facile, che dire delle classi pollaio? Che dire dei concorsi straordinari per i docenti che si potrebbero fare senza esami? Che dire delle condizioni di lavoro in molte aziende che non garantiscono alcuna sicurezza sanitaria? Che dire del telelavoro che per molti è ancora un miraggio? Che dire delle file di 8-9 ore in assembramenti obbligatori, esposti alle intemperie, per ricevere un tampone?

Se chi è stato a contatto stretto con un positivo, come dice l’Ats, deve restare a casa perché non riesce a tracciare, vi sono due alternative: o si trova il modo per giustificare l’assenza sul lavoro di queste persone oppure saranno punite per assenza ingiustificata. Per evitarlo, queste persone saranno costrette ad andare al lavoro col rischio di contagiare i colleghi, in caso siano positivi.

Il coprifuoco è un palliativo. Occorre potenziare le infrastrutture digitali, favorire lo smart working riformulando gli orari, potenziare la medicina territoriale, introdurre e finanziare tracciamenti di facile accesso e con esito immediato, riqualificare le strutture sanitarie pubbliche.

Non è accettabile la limitazione della libertà personale a causa dell’incapacità di prevenire e programmare da parte delle autorità responsabili della gestione sanitaria. Invece abbiamo un vaccino antinfluenzale che non c’è e quello che è stato preso è stato strapagato, un protocollo diagnostico per la scuole sbagliato, test rapidi per i quali la Lombardia è ultima, medici che, come nel Terzo mondo, devono cercare i posti letto quando il reparto è pieno, operatori dedicati al tracciamento sotto organico, oltre il 30% di posti in terapia intensiva in meno rispetto all’obiettivo minimo di 1446.

Potenziare le infrastrutture digitali, favorire lo smart working, potenziare la medicina territoriale, finanziare tracciamenti di facile accesso e con esito immediato, riqualificare le strutture sanitarie pubbliche

Fontana e Gallera responsabili dell’attuale gestione della pandemia

Confederazione COBAS Milano

 

Milano, 23 ottobre 2020