Sabato 6 maggio Ravenna ha vissuto una giornata di straordinaria partecipazione democratica in difesa della salute, dell’ambiente, dell’acqua-aria-terra e dell’intera umanità. Aggrediti dal criminale sistema profittuale che in campo energetico, tramite il perdurare “del fossile” sta causando enormi disastri climatici, di cui per ultima la recente alluvione in E. Romagna ne è la tragica conseguenza.
A migliaia da tutta l’E. Romagna, dalle regioni limitrofe, dalla Sardegna, Puglia e Lazio, hanno dato vita ad un lungo, colorato e altisonante corteo, determinato a “chiudere con il fossile” e con la serie di “opere inutili-dannose-costose”, quali i gasdotti, rigassificatori, depositi GNL.
Una mobilitazione sempre più a carattere nazionale, decisa a dare battaglia alla devastante politica energetica del governo Meloni, e al faraonico ” piano Mattei-Italia HUB GAS”. Che va bloccato sul nascere, prima che faccia disastri di ogni natura, viste le velleitarie e nostalgiche follie della ” Meloni a tutto gas”!
Bisogna fermare questo governo scellerato che butta i soldi nel gas e nella guerra, ma non trova quelli occorrenti per far fronte agli ormai disastri quotidiani causati dal cambio climatico. Così da cominciare a sistemare il Bel Paese, dove al primo posto della spesa pubblica ci dovrebbero essere le opere fondamentali e inderogabili: risanamento degli acquedotti dalle perdite del 50% di acqua potabile; recupero dell’acqua piovana e di quella dei fiumi per far fronte alla diffusa siccità che cambia la vita; programmazione delle opere atte a fronteggiare il dissesto idrogeologico; piantumare il Paese con miliardi di piante per calmierare CO2 e ricorrenti incendi.
Questa la convinta partecipazione alla formidabile manifestazione del 6 maggio a Ravenna.
Che segue quelle di Piombino e Cagliari, verso quelle di Sulmona (9-10 giugno) e dei campeggi di lotta, in particolare il “Climate camp” di Ostuni (4-10 agosto).
Un corteo plurale e festoso. Una lezione di democrazia nei confronti dei tristi epigoni, tra cui il sindaco di Ravenna e il presidente della Regione votati al fossile, che in concorso con i titolari dell’ordine pubblico, hanno provato in tutti i modi ad occultare la ricchezza della mobilitazione variando fino all’ultimo il percorso fuori dal centro storico e negando la conclusione nella abituale piazza del Popolo.
Ma tant’è, la limitrofa piazza dove si è concluso il corteo era stracolma, e ha atteso sotto un bel caldo sole che finissero di parlare i portavoce della mobilitazione.
Un corteo vivace, animato da tantissimi giovani, tra i quali quelli risoluti dello Spazio Sociale Spartaco e di Ravenna Antifascista, di Extinction Rebellion e Friday For Future, le compagne della Casa delle Donne di Ravenna con il loro puntuale striscione” fare pace con la terra”; tra i tantissimi, ci siamo riabbracciati con gli invecchiati protagonisti di 20 anni fa della vincente battaglia ” contro l’insediamento a Ravenna della fabbrica di pesticidi della Monsanto”, a cui i Cobas dettero un contributo determinante.
Un corteo composto in gan numero dalle strutture promotrici, dalla quasi totalità del variegato mondo ambientalista e dall’insieme dei partiti della sinistra rosso-verde.
Folta e ben visibile la presenza dei Cobas con le delegazioni da Brindisi, Roma, altri e soprattutto quella dell’E. Romagna con lo striscione “Produci, Consuma, Crepa: E’ IL CAPITOLOCENE”.
Oltre ai Cobas, partecipi a livello sindacale le delegazioni di Usb, Usi, Sgb, del Collettivo ex GKN e dei lavoratori autorganizzati di Ravenna.
Roma 7 maggio 2023
COBAS Confederazione dei Comitati di Base