Sciopero del 6 giugno e crisi del settore TLC

Gli anni recenti hanno reso evidente a tutti, cittadini e istituzioni, che il settore delle TLC è un polo strategico nell’economia, ma che le infrastrutture sono arretrate e la loro capillarità insufficiente, tanto da non consentire la adeguata e necessaria digitalizzazione del Paese. Scelte industriali non votate allo sviluppo e alla crescita, ma dirette prioritariamente a salvaguardare logiche azionarie attraverso il contenimento dei costi sia del lavoro sia delle infrastrutture hanno determinato il risultato di avere un settore in crisi con forti rischi di tenuta occupazionale.

È in questo scenario che si collocano e trovano origine

– le recenti scelte industriali dei maggiori operatori: TIM con lo “spezzatino” dell’azienda, Vodafone con le dichiarazioni di esuberi e Wind con la cessione della rete

– la precarietà delle mansioni svolte nei call center che sempre più vengono sostituite dagli sviluppi dell’intelligenza artificiale e dall’incremento del cosiddetto “self-care” da parte degli utenti.

Noi Cobas denunciamo da anni come la presenza di molti competitor sia nella telefonia fissa e mobile che nel campo energetico, abbia creato una corsa al ribasso dei prezzi di connessione, che sono infatti i più bassi in Europa, alla quale non è corrisposta la riduzione del digital divide, ma solo la progressiva erosione dei profitti aziendali tradottasi in minore crescita e successiva compressione di diritti e salari per i lavoratori del settore.

Abbiamo tuttavia dovuto constatare ancora una volta che la nostra disponibilità alla discussione sul futuro del settore, manifestata attraverso il contatto di organizzazioni sindacali autonome, di base, confederali, singole RSU, gruppi organizzati di lavoratori, è caduta nel vuoto

C’è stato chi ha deciso di non fare niente e attendere e chi, come al solito, ha preferito procedere da solo guidato dall’arrogante convinzione di essere l’unico soggetto titolare e titolato alla risoluzione dei i problemi.

La mobilitazione confederale del 6 giugno è costruita, a nostro giudizio, su una piattaforma generica e superficiale che sostanzialmente si traduce nell’invocazione di un generico intervento del Governo come panacea per la crisi di settore.

Noi riteniamo che per uscire dalla crisi in cui versano le TLC:

– TIM deve rimanere un’azienda UNICA e con forte capitale PUBBLICO, in quanto essa è l’unico soggetto che per dimensioni e organizzazione può essere da faro e da traino per tutto il settore.

– la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario debba diventare realtà

– lo Stato debba investire sulle infrastrutture anche nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato” cosa che il privato non effettua.

Nell’affrontare la situazione del settore riteniamo inoltre imprescindibile RICHIEDERE AUMENTI CONTRATTUALI SERI e CONSISTENTI per dare risposte concrete ai lavoratori e alle lavoratrici colpite dalla crisi, e per ridurre le differenze salariali presenti tra giovani/vecchi, nord/sud, grandi aziende e mondo degli appalti.

Avremmo voluto discutere con le altre realtà sindacali di questi argomenti che non troviamo declinati nelle ragioni delle indizioni della mobilitazione di settore del 6 giugno, peraltro la prima dopo almeno dieci anni. Era tempo che avvenissero questa presa di coscienza e questa chiamata alla azione, ma a nostro parere essa risulta colpevolmente monca sia di alcuni contenuti fondamentali sia del coinvolgimento di tutte le possibili realtà partecipanti.

Per questi motivi, l’organizzazione Cobas, che pure in data 13.04.23 aveva aperto le procedure di raffreddamento in vista di una mobilitazione, non ha infine proclamato lo sciopero del 6 giugno.

Come sempre, come lavoratori agiremo con la completa libertà di coscienza e di scelta in merito alla possibilità di aderire individualmente e di partecipare o meno alla mobilitazione.

Auspichiamo che la piattaforma comune di contenuti e azioni di cui tanto il settore necessita possa essere sviluppata dopo questa data, a partire dall’importante battaglia per il rinnovo del contratto.

Diamo fin d’ora la disponibilità come Organizzazione Sindacale a partecipare alla discussione comune di settore.

COBAS LAVORO PRIVATO – SETTORE TELECOMUNICAZIONI

Roma 29/05/2023