Sindacati che odiano i lavoratori

In data 4 dicembre 2018, si è chiusa nel peggiore dei modi la procedura di licenziamento collettivo che la Cooperativa Capodarco ha avviato a seguito dei cambi appalti nei servizi CUP, avvenuti tra agosto ad oggi. Infatti, i sindacati Cgil-Cisl-Uil e Cooperativa Capodarco hanno sottoscritto un accordo che prevede tagli orari e di inquadramento, nonché il licenziamento per chi non accetterà tagli e demansionamento.

Qualcuno griderà, mentendo sapendo di mentire, che ha salvato i posti di lavoro. La realtà è ben altra, i sindacati con questo accordo hanno voluto punire quelle lavoratrici e quei lavoratori che in questi mesi hanno osato opporsi agli accordi sindacali siglati con la Regione Lazio e la società GPI, con i quali i sindacati c.d. firmatari hanno spalancato le porte al taglio salariale e al demansionamento del personale precario addetto alle attività CUP, ReCUP e servizi amministrativi, nonostante le palesi violazioni emerse nella fase di aggiudicazione della gara a seguito delle offerte anormalmente basse.

La storia di questi cambi appalto è oramai tristemente conosciuta: il subentro delle nuove società – il RTI GPI/InOpera/Mimosa e il RTI SDS/TV Service – sta avvenendo, sotto la regia e compiacenza della Giunta Zingaretti e dei sindacati c.d. firmatari, in aperta violazione della norma legale sui cambi appalto. E’ stata fatta carta straccia dei diritti acquisiti dalle lavoratrici e dai lavoratori in decenni di precarietà e, soprattutto, si è umiliato tutto il personale, disconoscendo la sua professionalità e tagliando la retribuzione, attraverso il sotto inquadramento al III livello del CCNL Multiservizi. Inoltre, nei confronti del personale applicato presso il Policlinico Tor Vergata e la ASL Roma 6 è stato effettuato anche un pesante taglio degli orari di lavoro e del salario, nonché l’applicazione di un CCNL “pirata”, siglato dalla sola UILTucs, che prevede trattamenti economici ancora più bassi di quello Multiservizi.

Contro tale “infamia” le lavoratrici e lavoratori dei CUP della Regione Lazio si sono opposti e si stanno opponendo con scioperi, mobilitazioni e non acconsentendo alla sottoscrizione di contratti di lavoro che tagliano il salario, annullano i diritti e la professionalità, in quanto hanno messo in primo piano il rispetto del loro lavoro e della loro dignità.

In tale contesto circa 60 dipendenti, e soci, della Cooperativa Capodarco non sono stati assunti dalle nuove società subentrate dal 1 dicembre nei servizi CUP. Ebbene, la Cooperativa Capodarco ha in appalto l’attività di ReCUP per la Regione Lazio, dove vi è carenza strutturale di personale. In considerazione di ciò, il personale non assunto nei cambi appalti deve essere ricollocato, in continuità lavorativa, senza decurtazioni orarie e senza alcuna modifica negli inquadramenti, nelle posizioni disponibili equivalenti e/o fungibili alle mansioni fin d’ora svolte.

Ogni soluzione differente è illegittima e, ancora una volta, i sindacati c.d. firmatari, anziché astenersi dal fare nuovi danni, non hanno perso l’occasione per far emergere il loro odio nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Roma 5 dicembre 2018

Cobas Capodarco – Cobas NTA/Camus – Cobas Maggio 82 – Cobas GPI/InOpera/Mimosa

Cobas del Lavoro Privato