TELECOM ITALIA : 7 SETTEMBRE appuntamento con gli esuberi

1204817455_fCi eravamo lasciati il 24 Luglio con gli incontri sindacali che annunciavano esuberi e societarizzazioni. L’estate ha partorito l’enneima pantomima che vedrà le parti sociali, per ora senza la SLC-CGIL incontrarsi il 7 SETTEMBRE.

Per riepilogare la situazione, il 29 Luglio scorso i sindacati SLC-FISTEL-UILCOM-UGL tornano al Ministero dopo un primo incontro sollecitato da TELECOM ITALIA. Il tema sono gli esuberi minacciati e la societarizzazione del CARING.

Al termine dell’incontro il MISE (min dello sviluppo economico) convoca di nuovo le parti e…MIRACOLO, la societarizzazione viene scongiurata. In cambio Telecom ottiene un impegno a discutere ( il prossimo 7 Settembre ) un accordo quadro per la gestione del personale in eccedenza in attesa delle nuove norme sugli ammortizzatori sociali ed inoltre a riprendere la discussione sull’organizzazione del lavoro nelle diverse divisioni.

Il fronte sindacale però si rompe. Anche per la SLC è troppa la presa in giro di questa pantomina estiva che vede protagonisti TELECOM ITALIA, il MINISTERO dello SVILUPPO ECONOMICO e la nuova SANTA ALLEANZA SINDACALE composta da UGL-FISTEL-UIL.

LEGGI IL COMUNICATO COBAS

Le maschere ci sono…ma non è Carnevale!
La saga della Trattativa (Telecom) ci tiene compagnia ormai da tutto il 2015. Il 4 Agosto si è consumato l’ennesimo tentativo di forzare la mano al Ministero e ai sindacati per ottenere agevolazioni fuori dalle normative vigenti e contro le necessità delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo.

Inquietante in questi ultimi giorni l’atteggiamento di Cisl-Uil e Ugl, che propagandavano con comunicati unitari il loro “corretto” e prono atteggiamento nei confronti dell’azienda, perché in fondo, nonostante la societarizzazione, gli ammortizzatori sociali non dovuti, i demansionamenti, e il controllo a distanza, si stava facendo il meglio per i dipendenti.
Ma nonostante il Governo che sostiene la politica di Telecom Italia nella distruzione dei diritti e del Salario di migliaia di persone, e la completa disponibilità degli invitati sindacali, il taglio della torta non c’è stato.

Ci chiediamo come mai? Se, come ci spiegavano tutte le maschere intervenute al Gala’ del Ministero, era la soluzione migliore per tutti. Se le OO.SS. che si opponevano erano solo legate a vecchi retaggi ideologici e non avevano a cuore gli interessi dei lavoratori. Se lo sciopero del 30 giugno scorso non aveva avuto un gran seguito e non era servito a nulla. Se chi era assente avrebbe avuto comunque torto. Se non è vero che stanno forzando la legge sulla solidarietà per regalare altri 150 milioni di euro, nei prossimi 2 anni, ad un’azienda che remunera i suoi azionisti con i più alti rendimenti in Italia…. Se è vero tutto questo perché non ci si è presi la responsabilità di firmare questo ennesimo accordo?

Una prima verità è che ieri al MISE non era presente nemmeno il numero legale del Coord. RSU per poter firmare qualunque accordo e questo ci fa capire quanto conta ogni giorno di più che la rappresentatività del reale interesse dei lavoratori abbia un peso sempre maggiore all’interno di questo organismo demandato a trattare con l’azienda. Pertanto l’epoca del clientelismo va definitivamente bandito dai ragionamenti sindacali.

Un’altra è che lo sciopero del 30 è servito ed è stato fortemente partecipato soprattutto nelle aree più operative e vitali per questa azienda, mandando un messaggio forte su quale è il clima di disappunto e contrarietà tra i colleghi rispetto a queste scelte e questi continui ricatti. Alla faccia di chi va ancora sbandierando che lo sciopero non serve a nulla.

L’ennesima verità è che il 7 settembre dovremo farci trovare pronti per la battaglia, perché l’accordo che vuole la Telecom Italia è la mano libera sulla compressione dei salari, l’appiattimento delle professionalità, l’azzeramento normativo e di fatto dei diritti conquistati negli ultimi 40 anni. Senza contare già i sacrifici fatti negli ultimi 4 anni, dove abbiamo perso circa 1000 € l’anno sullo stipendio base, un mensilità piena sul premio di risultato, e un buon 40% sull’altra mensilità del PDR sempre più precario. Nonché la riduzione del budget per i riconoscimenti professionali e il contagocce per i riconoscimenti individuali del salario, a favore di MBO e ricchi incentivi all’esodo per i dirigenti.

Da anni proponiamo la soluzione a questi mali, che stopperebbe le speculazioni sui nostri stipendi e il prosciugamento delle casse pubbliche a favore di azionisti sempre più interessati alle arrampicate finanziarie anziché ad un progetto industriale. Tanto più che questa azienda privata ricorre e reclama costantemente interventi pubblici per rifinanziarsi tramite gli ammortizzatori sociali, per ottenere normative che la esentano dal pagamento di stipendi adeguati e dei relativi contributi, fino al finanziamento per le sedi logistiche, come il progetto smart working che ci svela con la partnership della Cassa Depositi e Prestiti nelle Torri dell’Eur. In questo contesto un intervento pubblico che sappia anche monitorare e orientare le scelte industriali, oltre che rientrare tramite i dividendi di parte degli investimenti, emerge sempre più come la proposta migliore!

Motivo ulteriore per convincersi che alle prossime elezioni RSU sarà determinante il contributo di tutti. L’elezione di una “truppa” consistente di delegati COBAS che possa erigere la trincea contro gli assalti dell’azienda all’occupazione e ai salari, nonché farsi portavoce sempre più forte della proposta di intervento pubblico in Telecom Italia, argomentata e dimostrata in questi anni con fatti e elementi incontestabili.

Roma, 5 agosto 2015

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