Telecom Italia: dalla privatizzazione dei “governi amici” allo spezzatino in salsa giallo-verde… sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici e del servizio

L’ultima news sulla vicenda TIM è la nascita di una società di soli servizi da scorporare e quotare in borsa. Non solo, negli ultimi giorni si sono susseguite notizie, dichiarazioni, smentite, emendamenti contrapposti su TIM.

Siamo passati da dichiarazioni divergenti da parte del Ministro del Lavoro tipo “Non c’è nessuna intenzione di creare una società pubblica di Rete TLC” a “Non c’è nessun progetto sulla RETE TLC” per poi arrivare alla presentazione di un “emendamento-mediazione” del Governo con cui si dovrebbe finanziare lo scorporo della Rete tutelando il personale. Tra l’altro, nell’attuale versione (ma qui cambia tutto ogni ora) riteniamo che ad oggi ancora non viene stabilito se sarà il pubblico a prendersi carico della rete ed è assai troppo generica la “clausola”  sul personale esistente e sugli investimenti del passato.

Non solo “confusione” (per non usare altri eufemismi) a livello governativo, ma una mole di disinformazione sui media su COSA E’ REALMENTE E COME FUNZIONA UNA RETE DI TELECOMUNICAZIONI. Insomma assistiamo a un colosso cognitivo che aumenta la confusione e l’incertezza e dà spazio a speculazioni di ogni sorta.

La posta in gioco è molto alta ed è bene che i dipendenti del Gruppo TIM abbiano ben chiaro ciò che sta accadendo.

“SCORPORO DELLA RETE”:

Non capiamo proprio perché si dovrebbero spendere tra i 7 e i 12 Mld di € (la forbice proposta da tutti i media) per acquisire una parte di questa azienda. La Cdp dichiara di avere il 5% del capitale per un controvalore di 478 mln di €, avvalorando la NOSTRA tesi che con circa 2 Mld si può diventare Azionista di Maggioranza relativa e ottenere la Governance di tutto il Gruppo e anche i suoi profitti. Dalla privatizzazione, contrari fin dall’inizio, abbiamo denunciato che i problemi non possono essere risolti da gruppi privati e se vogliamo parlare sicurezza dei dati, di sviluppo economico e industriale, di azzeramento del Digital Divide, dei finanziamenti europei è necessario un Governo che tuteli il Bene Pubblico, che lo regolamenti avendo come priorità la salvaguardia occupazionale e la qualità del servizio universale.

“SCORPORO DEI SERVIZI”:

Ecco l’indiscrezione dell’ultima ora, sull’ipotesi di creazione di una società di soli servizi (quali??? E lor signori che intendono per servizi??) anche questa da scorporare e gettare sul mercato dei “contenuti”.

Insomma un’ultima boutade che determinerà incertezza occupazionale, soldi pubblici per sostenere interessi privati, progetti strategici in mano agli equilibristi della finanza e i politici improvvisati, nel tentativo di far tornare a volare il titolo azionario nel breve termine.

IL PUNTO SU CUI OCCORRE FAR CHIAREZZA E’ CHE LA RETE NON E’ SCORPORABILE DAI SERVIZI a meno che, appunto non intendiamo ridurre il Gruppo TIM a mero passivo PASSABYTE per ALTRI FAMOSI “OVER THE TOP” CHE MACINANO PROFITTI SULLA PELLE DI TUTTI BYPASSANDO LE FRONTIERE A PARTIRE DA SVARIATI PARADISI FISCALI.

La nostra posizione E’ CHIARA DA TEMPO, dalla nostra campagna del 2013 per TIM UNICA E PUBBLICA. Siamo per un’ azienda utile al Paese, con una visione di sviluppo dei servizi pubblici, per la garanzia occupazionale e salariale di tutto il settore. E l’unica soluzione possibile è quella di riportare sotto il controllo pubblico tutto il gruppo. TIM è l’unica azienda capace di sopperire alle mancanze tecnologiche per investa correttamente i finanziamenti europei senza bruciarli in speculazioni di borsa e azzerando il Digital Divide in tempi utili. Del resto, il fallimento dell’operazione “Open Fibra” è “la prova provata”, dell’ennesimo fallimento sulle politiche di sviluppo delle TLC.

Roma 29/11/18

COBAS TIM

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