Almeno 50000 acquaioli hanno dato vita alla manifestazione nazionale, che a Roma in corteo ha sfilato per ore da p.za della Repubblica a p.za Bocca della Verità , divenuta il simbolo della vittoria referendaria; tra questi i Cobas che erano di gran lunga l’organizzazione sindacale più partecipe, con il significativo striscione “ acqua bene comune: autoriduzione , pubblicizzazione“.
Era sera oltrepassata, quando sono iniziate le comunicazioni dai vari comitati sparsi in tutta Italia – anche gli alluvionati siciliani, i lavoratori”wagon lits” licenziati dalle FS, un compagno palestinese descrivente le sofferenze di quel popolo anche per la rapina israeliana dell’acqua nei territori occupati – intervallate da spazi culturali, così che l’iniziativa è andata avanti fino al limitare delle ore 20 con il saluto ai ripartenti e con l’appello a rendere effettivo il risultato referendario , praticando l’autoriduzione delle bollette e la ripubblicizzazione delle gestioni spa.
Di questa importante giornata, che segna una decisiva indicazione di opposizione alle misure che sta per predisporre il governo Monti, non si trova traccia nei media-Tv della sera del 26/11 fatto salvo per il TG3 nazionale che ha dato ampio risalto alla mobilitazione. Il 27/11 la notizia è scomparsa dai grandi media nazionali fatta eccezione per Unità, Messaggero,Manifesto e Liberazione.
Ovvio che, sia al governo Monti -alla vigilia di altra macelleria sociale- che ai media privatizzatori, il successo della manifestazione risulta indigesto e quindi hanno imposto il bavaglio.
Non era facile la manifestazione del 26/11 , ma anche nelle difficoltà del presente il popolo dell’acqua ha dimostrato di esserci e di rilanciare ” all’attacco” , promuovendo l’autoriduzione della tariffa-bolletta con la campagna ” obbedienza civile” e la ripubblicizzazione delle gestioni ; anche per denunciare e impedire agli enti locali di privatizzare , il particolare a quelli diretti dal centrosinistra , vedi Torino( maggioranza allargata a SEL), che fanno l’esatto contrario di quanto si aspetta la cittadinanza, privatizzano invece di pubblicizzare. come il Comune di Napoli insegna.
Un’altra bella giornata di democrazia diretta e di impegno per i beni comuni.
Roma 27.11.2011 Confederazione Cobas
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