9 maggio 2017 SCIOPERO dei lavoratori e lavoratrici di BIG BUS, storia di ordinario sfruttamento nell’era del «JOBS ACT»

Oggi autisti e assistenti di bordo di Big Bus si sono unti in sciopero per denunciare le insostenibili condizioni di lavoro a cui sono sottoposti: turni e condizioni di lavoro massacranti, basse retribuzioni e ricatto occupazionale.
I dipendenti, tutti assunti dopo l’approvazione del JOBS ACT, sono suddivisi in ben tre società, gli autisti presso le due società, The Big Bus Company ltd e Les Cars Rouges s.a., titolari delle autorizzazioni per il trasporto di linea turistica nella città di Roma, gli assistenti di bordo presso una società appaltatrice, Inforoma srl, la quale nei fatti affitta irregolarmente il personale alle prime due società.

Grazie al ricatto occupazionale il gruppo BIG BUS ha imposto ai lavoratori e lavoratrici condizioni capestro, costringendoli ad effettuare turni di lavoro che coprono archi anche di 12 ore nella singola giornata (con diverse pause non retribuite), non ha erogato quanto contrattualmente loro dovuto per buoni pasto e straordinari, ha fatto sottoscrivere accordi transattivi al personale di bordo, sotto la minaccia della mancata prosecuzione dell’attività lavorativa, con la rinuncia di parte della retribuzione spettante per le ore lavorate.

E appena fiutato l’odore di protesta, i dirigenti Big Bus hanno immediatamente licenziato, immotivatamente, un autista, quello che si era esposto di più nel rivendicare il miglioramento delle condizioni di lavoro, applicando il vecchio adagio «colpirne uno per educarne cento», nella certezza dell’impunità grazie alla mancata applicazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori per tutti i nuovi lavoratori assunti nell’era del JOBS ACT.
Ancor più grave è che tutto ciò avvenga in una azienda costola di quella società, controllata da ATAC, che si chiamava Trambus Open.

Grave perché proprio in quell’azienda le lavoratrici intrapresero una lotta fondamentale contro la precarietà e la discriminazione di genere che oggi è ritornata in auge in BIG BUS.

Grave perché tali condizioni di lavoro e il licenziamento ritorsivo portano la firma del dirigente ATAC che gestì, in qualità di liquidatore, lo svuotamento del personale dall’azienda, tutto transitato in ATAC, prima che arrivasse a conclusione la cessione delle autorizzazioni al socio di minoranza di Trambus Open, la società Les Cars Rouges s.a. Una volta conclusa l’operazione il dirigente ATAC si è trasformato in dirigente della società Big Bus (società inglese proprietaria di Les Cars Rouges), in evidente conflitto di interessi con il ruolo di dirigente ATAC e liquidatore di Trambus Open svolto fino a poco prima dell’assunzione di tale carica (ignoriamo se il detto dirigente si sia nel frattempo dimesso da ATAC). A ognuno le proprie conclusioni.

I lavoratori e le lavoratrici di Big Bus chiedono solo di poter lavorare in condizioni umane, senza ricatti e percependo la giusta retribuzione.

CHIEDONO TROPPO?

COBAS Big Bus

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