Ci risiamo, domenica 23 luglio l’azienda, attraverso gli sghèrri sindacali, ha di nuovo sferrato un attacco disciplinare, cosicché dopo essere stato colpito Fabrizio in quel di Maccarese, ora è il turno di un altro nostro collega (Marco).
Marco il 23 luglio scorso viene comandato a prestare un servizio di “disposizione” all’interno dell’autorimessa di Ponte Malnome, che consiste per l’autista lavoratore nel dare assistenza alla officina OMB per eventuali spostamenti di automezzi.
Ebbene, Marco non solo ha dovuto attendere per più di un’ora l’assegnazione di tale servizio aspettando che chi fosse di straordinario ricevesse un servizio prima di lui, ma lo ha dovuto svolgere in un’area dove è presente anche un autolavaggio dei mezzi di raccolta, da dove indebitamente fuoriescono cospicue quantità di rifiuto liquido e solido. Il lavoratore, quindi, è stato costretto ad operare in condizioni di igiene precarie, su di un pavimento reso scivoloso dai residui degli autolavaggi che vengono rimossi dagli automezzi.
E purtroppo a lavorare in queste condizioni ci vuole poco a farsi male, tanto che il nostro collega scivolando su di un detrito di plastica, si è procurato una distorsione al V dito della mano dx e una contusione al fianco dx curabile in 7gg.
Ebbene, nonostante quanto sia successo e, nonostante Marco ormai da anni come tutti i così detti “domenicali” svolge il proprio servizio festivo pagato in ordinario con 7 misere euro lorde, è stato oggetto di un rapporto disciplinare da parte del preposto (il COA Fabio Rutigliano). Inoltre, Marco, ci ha raccontato di essere stato lasciato in ospedale senza che nessuno al termine delle cure sanitarie si preoccupasse di andarlo a riprendere, vista per lui l’impossibilità di tornare autonomamente con il dito “steccato” e, visto che all’andata era stato accompagnato con la macchina aziendale.
Quanto è successo domenica 23 luglio a Marco è vergognoso e inaccettabile.
Una azienda come Ama, non può e non deve esporre a rischio infortunio i propri dipendenti. Non esiste che si debba essere costretti a lavorare per due spicci in un area dove le normative della sicurezza lavorative sono completamente evase. Quanto accaduto a Marco non è un caso e sarebbe potuta andare peggio.
Dopo tutto questo vorremmo sapere cosa stia facendo l’azienda per bonificare la zona affinché quanto accaduto il 23 luglio non si ripeta più. O dobbiamo attendere qualche sciagura per parlare poi di casualità?
COBAS AMA
cobas_ama_4 agosto. comunicato
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