Insomma, dopo tanto penare l’Assemblea capitolina ha approvato il Piano di risanamento e il Piano industriale di AMA. Partono i festeggiamenti per la Giunta e la Sindaca, che finalmente, dopo tanto tribolare, approvano i Bilanci consuntivi dell’azienda, probabilmente i più complicati degli ultimi anni. D’altronde le operazioni per poter arrivare ad approvare i Piani si sono rivelate assai complesse. Basti pensare alle diatribe tra Comune, CDA e Assessori vari, che nel frattempo si sono dimessi o peggio ancora sono stati rimossi, mentre i Bilanci venivano ripetutamente bocciati dal socio (il Comune).
Ovviamente accogliamo con favore l’approvazione dei Bilanci consuntivi. Da sempre auspichiamo che l’azienda abbia i conti in ordine per poter essere completamente operativa (sempre che questa operazione finanziaria li abbia davvero riordinati). Tuttavia, non possiamo dimenticare le vicende degli ultimi quattro anni, durante i quali a pagare il conto di questa paralisi finanziaria sono stati lavoratori e cittadini: i primi dovendo spesso fare i conti con l’indisponibilità dei mezzi di lavoro; con le condizioni di pericolo in cui sono stati costretti ad operare in piena pandemia e con una certa stampa sempre pronta a denigrare la professionalità della categoria. Mentre i secondi (i cittadini) a subire gli effetti della malagestione di tutto il servizio: con gli impianti di trattamento obsoleti e sempre saturi; con lo sperpero di milioni di euro per trasferire l’immondizia in altre regioni, a scapito dei territori riceventi e del principio di prossimità; con la raccolta porta a porta ferma al palo in quasi tutti i quartieri, mentre addirittura a Colli Aniene, dal PAP si è passati alla raccolta collettiva, in evidente contrapposizione alle politiche di Economia Circolare.
Come non possiamo poi non citare l’ignobile appalto delle utenze non domestiche (152 milioni di euro regalati ai privati), messo in piedi dall’ex CDA a guida Bagnacani, a quanto pare “costretto” dal Comune (pur di non assumere) ad esternalizzare le UND, per così recuperare personale da impiegare poi nel PAP. In buona sostanza, una bella privatizzazione camuffata da una riorganizzazione lavorativa, con i risultati sotto gli occhi di tutti: sia in termini di servizi offerti alla utenza, sia in termini di diritti dei lavoratori, che spesso sono inquadrati con livelli inferiori rispetto alle mansioni svolte.
Insomma, gli slogan pre-elettorali di un AMA salva, in questi giorni volano alti, chissà davvero se questa abile politica finanziaria sarà in grado di regalarci altri anni di immobilismo e privatizzazioni.
COBAS AMA.