Cobas – Ilva di Taranto: di male in peggio

La Confederazione Cobas di Taranto unitamente a tutte le sedi Cobas della Puglia esprimono un giudizio fortemente negativo sull’accordo Invitalia-Arcelor Mittal dai contenuti fortemente penalizzanti per Taranto.

La Confederazione Cobas da sempre è sulla linea della chiusura dell’Ilva e l’utilizzo di quei soldi decisi dall’attuale accordo, quelli come il tesoretto Riva, quelli previsti per il piano industriale,  per una reale riconversione dell’economia Tarantina.

La Confederazione Cobas ha partecipato Mercoledì 9 Dicembre al sit-in promosso dalle associazioni Tarantine per dire No all’accordo che si stava realizzando in quelle ore tra Arcelor Mittal ed Invitalia (agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa) ed ad un accordo di programma promosso dalla Regione Puglia comunque molto limitata nei suoi contenuti, in particolare rispetto al concetto di decarbonizzazione.

 La video conferenza sull’accordo di programma che si doveva svolgere alle ore 12,00 della mattina del sit in è saltato perché Conte ha dichiarato la sua disponibilità a voler partecipare. Le richieste degli Enti Locali, quando sarà, insomma saranno discusse come si suol dire a babbo morto.

Con l’accordo sottoscritto in questi giorni non c’è nessuna possibilità di cambiamento creando questo un grave disappunto per Regione e Comune. Qualora fossero vere le loro recriminazioni dovrebbero mettere ai piedi le scarpe da tennis e marciare davanti all’Ilva.

Un accordo lungo 48 pagine, quello tra Invitalia ed Arcelor Mittal, che prevede molte cose:

-5,5 milioni di tonnellate di acciaio continuando ad utilizzare carbone, con la   ricostruzione dell’altoforno 5 e manutenzione dell’altoforno 4.

-un forno elettrico che di fatto coprirebbe il 33 % della produzione per 2,5 milioni di tonnellate.

-produzione portata complessivamente ad 8 milioni di tonnellate; oggi la produzione si attesta sui tre milioni di tonnellate.

-Conte in televisione per confermarci la bontà dell’accordo parla di utilizzo dell’idrogeno di cui nell’accordo non se ne trova traccia.

Non sappiamo nemmeno se nelle loro intenzioni sarà idrogeno verde o blu; noi pensiamo male e siamo convinti che l’idrogeno sarà prodotto dal gas di Tap/Snam.

Il tutto per aiutare a riempire a Ravenna l’impianto di CSS?

Oggi il gas di Tap non è nelle condizioni di essere trasportato perché si ferma a Brindisi alla stazione di Snam che non ha la possibilità per mancanza di collegamento al resto d’Italia.

–  Dulcis in fundo …l’accordo prevede la certezza di una immunità giudiziaria per gli impianti e le persone ; immunità di vecchia memoria portatore di tante disgrazie decise attraverso i tanti decreti salva -Ilva.

–  Si cancella l’impegno di Arcelor Mittal a realizzare   un piano industriale concordato e finanziato per 2,4 Miliardi di euro ed un affitto per 1,8 Miliardi di euro per un totale di 4,2 Miliardi di euro.

–  Si chiede ad AM un intervento di soli 70 Milioni di euro per questi anni, per realizzare l’attuale accordo addirittura peggiore del vecchio piano industriale.

Sembra di essere alla follia istituzionale.

–   L’intervento dello Stato sarà invece di un miliardo di euro da realizzare in 2 momenti.

Un intervento dello Stato Italiano così pesante se si pensa anche che non può esserci, stando alle decisioni del parlamento Europeo, nessun intervento per così dire “Green”.

-Nell’accordo è anche previsto che lo Stato Italiano sopporterà le spese per gli ammortizzatori sociali per almeno un quinquennio per migliaia di lavoratori, che corrisponde ad una notevole e significativa cifra economica.

Per la Confederazione Cobas è il momento di andare davanti ai cancelli dell’Ilva con tutti i Tarantini e con chi è sensibile al problema dell’ambiente e che rifiuta il ricatto del lavoro.

14.12.2020

Confederazione Cobas Taranto e Puglia