
Il Decreto prevede:
– Obbligo di estirpazione degli alberi infetti e di tutti quelli presenti nel raggio di 100 metri. Noi diciamo NO!
Perché no? Perché questa pratica non ha supporto logico: senza insetto vettore (Philaneus spumarius, nota come sputacchina)un albero infetto non può contagiarne uno sano anche se molto vicino; l’insetto può spostarsi in pochi minuti oltre i 100 metri attaccandosi agli abiti della gente, alle carrozzerie dei veicoli o al mantello degli animali…
– Obbligo di diserbo, specie se chimico. . Noi diciamo NO!
Perché no? Perché il diserbo del terreno in anticipo avrà conseguenze enormi sulla popolazione di insetti, compresi gli impollinatori, agenti fondamentali per la fecondazione e formazione dei frutti. Inoltre questa pratica provocherà l’impoverimento della microflora e della microfauna del terreno.
– Obbligo di quattro trattamenti insetticidi ogni anno. Noi diciamo NO!
Perché no? Perché questo significherà la morte degli insetti impollinatori e inquinerà aria che respiriamo , terreni che coltiviamo e falde acquifere da cui ci riforniamo. Le molecole di cui sono composti questi agenti chimici sono estremamente pericolose per la salute dell’uomo ed in particolare dei bambini (in fatti L’Imidacloprid è stato vietato dall’UE !).
Queste pratiche non solo danneggeranno la salute, i terreni e i prodotti della terra, ma sono una condanna certa verso la nostra compromessa economia locale, in special modo il già martoriato settore del lavoro agricolo e contestualmente influiranno pesantemente sul settore turistico: chi avrà voglia di venire in vacanza in una mare di veleno?
1Maggio 2018
COBAS OSTUNI